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Messaggio  Gilberto Carron Gio Dic 08, 2011 10:32 am

Sul sito del ministero le mappe
per cercare quella più vicina
ma anche valutazioni sugli
istituti e l’offerta formativa

roma

Finora si ricorreva ad un metodo unico e infallibile: il passaparola. Quando si inizia ad avvicinare la scadenza dell’iscrizione all’anno scolastico successivo, chi deve cambiare istituto tartassa di domande gli altri genitori fino a confondersi totalmente le idee, o chiarirsele e scegliere. Da gennaio il ministero dell’Istruzione fornirà qualche elemento in più. Il ministro Francesco Profumo l’ha definita la «carta d’identità delle scuole italiane». Sarà visibile sul sito del Miur da gennaio, basterà cliccare sul logo «La scuola in chiaro» ed appariranno alcune informazioni che possono essere utili nell’orientarsi tra un istituto e l’altro. Chi vorrà conoscere le scuole più vicine alla propria casa o all’ufficio non dovrà fare altro che scegliere il sistema di geolocalizzazione: attraverso Google maps si potrà collocare geograficamnete le scuole. Quest’informazione esisteva già, faceva parte di un progetto precedente chiamato «Cerca la scuola» ma era poco usato e altrettanto poco visibile.

Una volta collocata la scuola che interessa da gennaio il sito fornirà molte altre informazioni: i docenti di ruolo e quelli precari, il numero delle classi, il numero degli studenti nelle aule, i promossi e i bocciati, le infrastrutture in dotazione e anche numero e tipologia dei laboratori offerti. Obiettivo successivo sarà poi quello di chiedere alle scuole di inserire, su base volontaria e attraverso un sistema di inserimento semplice, i dati relativi alle valutazioni Invalsi dell’apprendimento e dell’offerta formativa. In questo modo i genitori possono avere un quadro piuttosto organico delle scuole e scegliere se è il caso di iscrivere il figlio.

Ad annunciare la novità è lo stesso Francesco Profumo, nel corso del suo intervento al convegno «L’avvio del sistema di valutazione in Italia come fattore di miglioramento e di sviluppo» che si è tenuto ieri al Cnr. Il ministro vuole una scuola «smart», ovvero accessibile, come la società attuale.

«Il legame virtuoso tra valutazione e miglioramento - avverte - è in genere ancora tutto da sviluppare nel contesto culturale della nostra scuola, che in questa prospettiva sarà chiamata a rendere disponibili tutti i suoi dati all’interno di un più ampio concetto di smart society». «In questo modo - prosegue il ministro - la valutazione si collega a un più ampio processo di condivisione e di trasparenza che non riguarderà solo la scuola, ma il più ampio orizzonte delle smart city, dove i servizi ai cittadini saranno accessibili, trasparenti e condivisi».

È questa dunque la scuola immaginata dal neo ministro. Un luogo dove non vi saranno altre riforme. «C’è bisogno di stabilità», precisa. E c’è bisogno di valutazione, a dispetto delle proteste che lo scorso anno hanno accompagnato la sperimentazione voluta dall’ex ministro Mariastella Gelmini in 33 istituti italiani. «La valutazione - sostiene Profumo - è centrale in ogni processo di cambiamento, non deve essere vista come un atto sanzionatorio nei confronti dei docenti, ma in funzione di un miglioramento della qualità della scuola, tramite prove strutturate e standardizzate, che consentano confronti tra i risultati».

Positivo il commento del Pd. «Finalmente oggi dal ministro Profumo abbiamo ascoltato parole nuove per ricostruire il clima di fiducia nella scuola pubblica e di pieno coinvolgimento di insegnanti, dirigenti scolastici, studenti, famiglie, necessario per fare i passi avanti che servono verso una nuova cultura della valutazione, su cui il nostro paese è parecchio indietro» afferma in una nota Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd. Anche i precari potranno partecipare al concorso per dirigenti scolastici della prossima settimana. Lo ha deciso il Consiglio di Stato con una sentenza destinata a creare ulteriore confusione in una selezione già messa a dura prova da una lunga scia di rinvii e errori.

I periodi di servizio svolti come insegnante a tempo determinato hanno lo stesso valore di quelli svolti dopo l’assunzione a titolo definitivo: non è corretto quindi escludere un candidato precario dal concorso per diventare dirigente scolastico è stato il giudizio dei magistrati che hanno respinto gli appelli del Miur.

Alle prove, quindi, parteciperanno anche 500 ricorrenti del sindacato Anief, sia a tempo indeterminato con cinque di servizio tra pre-ruolo e ruolo, sia precari con lo stesso servizio svolto.
Secondo il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, a questo punto il principio andrebbe a questo punto «esteso a tutti i concorsi della pubblica amministrazione». E chiede il rinvio delle prove perché «a questo punto è evidente che se a sette giorni dalla prima prova scritta per diventare dirigenti viene cancellato il 17% delle domande selezionate, dopo un approfondimento fatto dagli esperti durato dieci giorni, è chiaro che qualcosa non va ed è chiaro che gli idonei hanno superato dei quiz falsati».
Flavia Amabile
Gilberto Carron
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