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Online gli stipendi dei dirigenti scolastici
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301009
Online gli stipendi dei dirigenti scolastici
Estratto dal Corriere della sera, 30 ottobre 2009, cronaca di Milano, p1, A. Sacchi
Il lamento dei presidi:"Dirigenti di serie B a meno di 60mila euro l'anno".
Hanno due lauree ...Gestiscono scuole e, parallelamente, gruppi di lavoro...Hanno a che fare con quartieri difficili...Con licei prestigiosi e, per questo, problematici (Carlo Arrigo Pedretti, letterato e giurisperito, direttore del Parini, : 61.062,59 euro). Con istituti di frontiera...
Ecco gli stipendi dei presidi milanesi. Lordi, sia chiaro. Da dividere per tredici e da ridurre al netto delle tasse. Da 42 a 64mila euro a seconda dell'anzianità, da 2.200 a 3.000 euro al mese circa. Per questa somma 155 dirigenti scolastici della città sono responsabili dell'attività didattica, dei comportamenti degli allievi, degli insegnanti e dei bidelli, amministratori del bilancio, gestori delle supplenze, della sicurezza degli istituti, della loro manutenzione e pulizia. Punibili civilmente e penalmente se qualcosa non funziona. Poveri presidi. Anche per loro è scattata l'operazione trasparenza. Curricula, titoli di studio, hobby e retribuzioni online di tutti i dirigenti....
http://www.istruzione.lombardia.it/dirsco/pubblicazione_curricula/index.php
Il lamento dei presidi:"Dirigenti di serie B a meno di 60mila euro l'anno".
Hanno due lauree ...Gestiscono scuole e, parallelamente, gruppi di lavoro...Hanno a che fare con quartieri difficili...Con licei prestigiosi e, per questo, problematici (Carlo Arrigo Pedretti, letterato e giurisperito, direttore del Parini, : 61.062,59 euro). Con istituti di frontiera...
Ecco gli stipendi dei presidi milanesi. Lordi, sia chiaro. Da dividere per tredici e da ridurre al netto delle tasse. Da 42 a 64mila euro a seconda dell'anzianità, da 2.200 a 3.000 euro al mese circa. Per questa somma 155 dirigenti scolastici della città sono responsabili dell'attività didattica, dei comportamenti degli allievi, degli insegnanti e dei bidelli, amministratori del bilancio, gestori delle supplenze, della sicurezza degli istituti, della loro manutenzione e pulizia. Punibili civilmente e penalmente se qualcosa non funziona. Poveri presidi. Anche per loro è scattata l'operazione trasparenza. Curricula, titoli di studio, hobby e retribuzioni online di tutti i dirigenti....
http://www.istruzione.lombardia.it/dirsco/pubblicazione_curricula/index.php
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Data d'iscrizione : 09.10.08
Online gli stipendi dei dirigenti scolastici :: Commenti
Stipendi dirigenti scolastici: l'operazione trasparenza è troppo complessa
Operazione trasparenza: on line gli stipendi dei dirigenti scolastici
L'ufficio scolastico della regione lombardia mette a disposizione le informazione curricolari dei propri dirigenti scolastici regionali in ordine alfabetico e per questo di facile accesso e consultazione; al contrario il ministero della pubblica istruzione sul portale dell'autonomia e innovazione scolastica delinea l'operazione trasparenza con modalità che rendono l'accesso poco fruibile...
L'utente deve conoscere la denominazione dell'istituto ed il codice della scuola altrimenti il sistema non autorizza all'accesso dei dati.
Ogni giorno sul nostro forum transitano utenti che indirizzati dai motori di ricerca cercano indicazioni per avere accesso a queste informazioni.
Il consiglio è di ricercare direttamente nei siti scolastici regionali dove le stesse informazioni sono, spesso più semplicemente, reperibili come nel caso della regione lombardia.
L'ufficio scolastico della regione lombardia mette a disposizione le informazione curricolari dei propri dirigenti scolastici regionali in ordine alfabetico e per questo di facile accesso e consultazione; al contrario il ministero della pubblica istruzione sul portale dell'autonomia e innovazione scolastica delinea l'operazione trasparenza con modalità che rendono l'accesso poco fruibile...
L'utente deve conoscere la denominazione dell'istituto ed il codice della scuola altrimenti il sistema non autorizza all'accesso dei dati.
Ogni giorno sul nostro forum transitano utenti che indirizzati dai motori di ricerca cercano indicazioni per avere accesso a queste informazioni.
Il consiglio è di ricercare direttamente nei siti scolastici regionali dove le stesse informazioni sono, spesso più semplicemente, reperibili come nel caso della regione lombardia.
Gelmini "È una notizia estremamente positiva per la scuola"
ROMA
Dopo 53 mesi
di attesa, sindacati e amministrazione pubblica hanno firmato il
rinnovo del contratto dei diecimila dirigenti scolastici di tutta
Italia: l’accordo è stato sottoscritto con la parte pubblica, presso
l’Aran, dai sindacati di categoria Anp Cida, Cisl Scuola, Flc Cgil,
Snals Confsal e Uil Scuola e riguarda il quadriennio normativo
2006/2009 e i bienni economici 2006/2007 e 2008/2009.
Il
rinnovo prevede un incremento complessivo medio mensile della
retribuzione pari a circa 370 euro lordi: gli aumenti sono stati
concentrati quasi totalmente sulla parte fissa, mentre sulla
retribuzione di risultato andranno a finire somme minimali.
Per
il primo biennio economico verranno corrisposti 215 euro mensili,
mentre sul secondo biennio l’aumento sarà di quasi 150 euro. Sullo
stipendio le cifre “nette” prevedono, una volta entrato a regime il
contratto, un incremento di poco di circa 200 euro mensili. Definita
anche la parte degli arretrati: gli aumenti retributivi corrispondenti
ai due bienni economici comportano la corresponsione di un arretrato
complessivo pari a circa 8.300 euro lordi per il quadriennio 2006-2009.
Una cifra che corrisponde mediamente a 5-6 mila euro netti.
Dai
sindacati, nel frattempo, giungono commenti all’accordo moderatamente
positivi. Ora, per la definitiva sottoscrizione sarà necessario
sottoporre il testo alla valutazione ed all’approvazione dei dirigenti
scolastici: un passaggio, tuttavia, dell’esito positivo praticamente
scontato.
«La firma del contratto dei dirigenti scolastici è
una notizia estremamente positiva per la scuola. La conclusione di
questa complessa trattativa permetterà finalmente il rinnovo
contrattuale per diecimila dirigenti scolastici». Lo si legge in una
nota del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
Oltre
agli aumenti di stipendio previsti, la novità determinante, spiega il
ministro, riguarda il trattamento economico accessorio. «Una quota
consistente delle risorse infatti sarà assegnata sulla base di criteri
legati esclusivamente al merito e agli obiettivi raggiunti da ciascun
dirigente. Si tratta - conclude - di un ulteriore passo in avanti per
la valorizzazione del merito e della qualità di tutto il personale
scolastico
lastampa.it 20/5/2010
ROMA
Dopo 53 mesi
di attesa, sindacati e amministrazione pubblica hanno firmato il
rinnovo del contratto dei diecimila dirigenti scolastici di tutta
Italia: l’accordo è stato sottoscritto con la parte pubblica, presso
l’Aran, dai sindacati di categoria Anp Cida, Cisl Scuola, Flc Cgil,
Snals Confsal e Uil Scuola e riguarda il quadriennio normativo
2006/2009 e i bienni economici 2006/2007 e 2008/2009.
Il
rinnovo prevede un incremento complessivo medio mensile della
retribuzione pari a circa 370 euro lordi: gli aumenti sono stati
concentrati quasi totalmente sulla parte fissa, mentre sulla
retribuzione di risultato andranno a finire somme minimali.
Per
il primo biennio economico verranno corrisposti 215 euro mensili,
mentre sul secondo biennio l’aumento sarà di quasi 150 euro. Sullo
stipendio le cifre “nette” prevedono, una volta entrato a regime il
contratto, un incremento di poco di circa 200 euro mensili. Definita
anche la parte degli arretrati: gli aumenti retributivi corrispondenti
ai due bienni economici comportano la corresponsione di un arretrato
complessivo pari a circa 8.300 euro lordi per il quadriennio 2006-2009.
Una cifra che corrisponde mediamente a 5-6 mila euro netti.
Dai
sindacati, nel frattempo, giungono commenti all’accordo moderatamente
positivi. Ora, per la definitiva sottoscrizione sarà necessario
sottoporre il testo alla valutazione ed all’approvazione dei dirigenti
scolastici: un passaggio, tuttavia, dell’esito positivo praticamente
scontato.
«La firma del contratto dei dirigenti scolastici è
una notizia estremamente positiva per la scuola. La conclusione di
questa complessa trattativa permetterà finalmente il rinnovo
contrattuale per diecimila dirigenti scolastici». Lo si legge in una
nota del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.
Oltre
agli aumenti di stipendio previsti, la novità determinante, spiega il
ministro, riguarda il trattamento economico accessorio. «Una quota
consistente delle risorse infatti sarà assegnata sulla base di criteri
legati esclusivamente al merito e agli obiettivi raggiunti da ciascun
dirigente. Si tratta - conclude - di un ulteriore passo in avanti per
la valorizzazione del merito e della qualità di tutto il personale
scolastico
lastampa.it 20/5/2010
Intervista ad una docente dello stesso paese della Gelmini che si dice
delusa dalla manovra che prevede un meccanismo di penalizzazione iniquo
delusa dalla manovra che prevede un meccanismo di penalizzazione iniquo
FLAVIA AMABILE | |
Elena Lazzari insegna all’istituto superiore Capirola di Leno, in provincia di Brescia, lo stesso paese dove è nata il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. E del ministro ha l’accento, il rigore, l’amore per il proprio lavoro e per il merito. E dal ministro aspettava che mantenesse le promesse. Il congelamento degli scatti di carriera è stata una doccia fredda. «Lavoro da cinque anni in questa scuola, non mi sono mai risparmiata, oltre alle lezioni ho partecipato ai progetti della regione Lombardia, non ritengo di appartenere alla fascia di docenti fannulloni ma mi considero molto impegnata. E la risposta a questo mio impegno qual è?» Annullare gli aumenti «Esatto. Non lo trovo giusto. Oltretutto avrei avuto diritto allo scatto proprio dal gennaio 2011, ora invece dovrò aspettare tre anni. E poi il mancato aumento va a influire sul Tfr, e sui contributi pensionistici per una cifra totale che nei prossimi giorni cercherò di calcolare». Quanto avrebbe ricevuto di aumento? «Guadagno 1470 euro al mese. Insieme ai miei colleghi abbiamo calcolato una perdita di circa 3600 euro in tre anni soltanto per il mancato aumento. Bisogna poi vedere quanto perderò sul Tfr e sulla pensione. E’ una penalizzazione di un certo peso e non penso di meritarla». Nè, a dire il vero, era quello che il ministro aveva promesso. Infatti da questa manovra mi aspettavo un correttivo al meccanismo di aumento per scatti di anzianità che francamente non mi sembra in grado di premiare i più meritevoli. Era quello che il ministro aveva promesso. Ed invece ecco un meccanismo che azzera ogni scatto e indiscriminatamente. Penalizzando in maniera casuale alcuni più di altri. Chi come me aveva diritto all’aumento dal gennaio del 2011 ci perderà di più di chi aveva l’aumento dal gennaio 2012 senza alcun motivo sostanziale. Lo stesso, senza alcun motivo, chi invece ha maturato lo scatto dal gennaio di quest’anno non viene per nulla toccato. A me sembra una misura profondamente ingiusta» |
Gelmini: il giallo del 30 per cento
da Tuttoscuola,
9.6.2010
L'articolo 8 del decreto legge sulla manovra, al comma 14, dispone che il 30 per cento delle risorse risparmiate dalla manovra del 2008, che la legge 133 voleva destinare alla valorizzazione professionale dei docenti, sia destinato al settore scolastico.
Ciò in ragione del fatto che per tre anni non possono esserci aumenti contrattuali
per i dipendenti pubblici, compresi, quindi, gli aumenti per il merito dei docenti.
Ma cosa significa quel "destinato al settore scolastico"?
Lo spiega la relazione tecnica che accompagna la manovra e che, in proposito,
dice "La norma in relazione a quanto previsto dall'art. 9, comma 17, circa il blocco della tornata contrattuale relativa al triennio 2010/2012, destina le economia di cui all'articolo 64, comma 9 della legge 133/2008, al ripianamento dei debiti pregressi delle istituzioni scolastiche ovvero al finanziamento delle spese per supplenze brevi e di funzionamento"
Ieri sera, però, il ministro Gelmini, a "Porta a porta" ha riaffermato che quelle
risorse saranno destinate agli insegnanti meritevoli che, in buona misura, sono donne.
Il Ministro ha rivendicato questa particolare attenzione per la categoria delle
donne nel mondo della scuola.
Ma le sue affermazioni contrasterebbero con quanto precisato dalla relazione
tecnica.
Il 30 per cento dove andrà?
Servirà un tempestivo chiarimento per evitare equivoci e illusioni.
da Tuttoscuola,
9.6.2010
L'articolo 8 del decreto legge sulla manovra, al comma 14, dispone che il 30 per cento delle risorse risparmiate dalla manovra del 2008, che la legge 133 voleva destinare alla valorizzazione professionale dei docenti, sia destinato al settore scolastico.
Ciò in ragione del fatto che per tre anni non possono esserci aumenti contrattuali
per i dipendenti pubblici, compresi, quindi, gli aumenti per il merito dei docenti.
Ma cosa significa quel "destinato al settore scolastico"?
Lo spiega la relazione tecnica che accompagna la manovra e che, in proposito,
dice "La norma in relazione a quanto previsto dall'art. 9, comma 17, circa il blocco della tornata contrattuale relativa al triennio 2010/2012, destina le economia di cui all'articolo 64, comma 9 della legge 133/2008, al ripianamento dei debiti pregressi delle istituzioni scolastiche ovvero al finanziamento delle spese per supplenze brevi e di funzionamento"
Ieri sera, però, il ministro Gelmini, a "Porta a porta" ha riaffermato che quelle
risorse saranno destinate agli insegnanti meritevoli che, in buona misura, sono donne.
Il Ministro ha rivendicato questa particolare attenzione per la categoria delle
donne nel mondo della scuola.
Ma le sue affermazioni contrasterebbero con quanto precisato dalla relazione
tecnica.
Il 30 per cento dove andrà?
Servirà un tempestivo chiarimento per evitare equivoci e illusioni.
Roma, 24 giu. - (Adnkronos) - Una piccola apertura di dialogo con il
mondo della scuola e' stata offerta oggi dal ministro dell'Economia
Giulio Tremonti intervenuto all'incontro svoltosi questo pomeriggio
all'auditorium di via Rieti tra i sindacati della scuola, cui hanno
preso parte il segretario generale della Confsal Marco Paolo Nigi, il
segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna, della Cisl scuola
Francesco Scrima e della Gilda Rino Di Meglio. "Una quota dei risparmi
provenienti dal blocco nella scuola, destinata al miglioramento delle
scuole e al personale -ha annunciato Tremonti- puo' essere destinata ai
docenti". Secondo Tremonti e' infatti possibile considerare l'ipotesi di
affrontare la questione della progressione di anzianita' andando a
finalizzare parte del 30% dei tagli per gli insegnant
mondo della scuola e' stata offerta oggi dal ministro dell'Economia
Giulio Tremonti intervenuto all'incontro svoltosi questo pomeriggio
all'auditorium di via Rieti tra i sindacati della scuola, cui hanno
preso parte il segretario generale della Confsal Marco Paolo Nigi, il
segretario generale della Uil scuola Massimo Di Menna, della Cisl scuola
Francesco Scrima e della Gilda Rino Di Meglio. "Una quota dei risparmi
provenienti dal blocco nella scuola, destinata al miglioramento delle
scuole e al personale -ha annunciato Tremonti- puo' essere destinata ai
docenti". Secondo Tremonti e' infatti possibile considerare l'ipotesi di
affrontare la questione della progressione di anzianita' andando a
finalizzare parte del 30% dei tagli per gli insegnant
Ministero e parte dei sindacati avevano assicurato che gli scatti, bloccati dalla manovra, erano stati reintegrati. Ma ora, guardando le buste paga, per circa 400mila, questo avverrà con tre anni di ritardo. E parte l'allarme
Sorpresa amara in busta-paga per 300 mila docenti e 70 mila non docenti della scuola. Nel prospetto dello stipendio di gennaio, nonostante le rassicurazioni di parecchi sindacati e dello stesso governo, migliaia di insegnanti, bidelli e personale di segreteria scoprono che per ottenere il prossimo scatto di stipendio dovranno attendere otto anni, non più sei come stabilito dal contratto. Una enormità se si considera che il contratto della scuola è scaduto a fine 2009 e che nel frattempo il costo della vita crescerà almeno di 15 punti.
La notizia circola da diversi giorni in alcuni siti specializzati. Al momento, i più cauti battezzano la questione come semplice "giallo sugli scatti". Ma basta confrontare i prospetti di dicembre e gennaio inviati dal ministero dell'Economia agli interessati per comprendere la portata del blocco degli scatti, che alcuni sindacati giurano di avere disinnescato. Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro, ritornando al mese di giugno del 2010, quando il governo sotto i colpi della crisi economica mondiale e della speculazione internazionale vara una megamanovra finanziaria da 25 miliardi.
In un primo momento, gli stipendi degli insegnanti vengono colpiti in tre modi: congelamento del rinnovo del contratto, già scaduto il 31 dicembre del 2009; blocco per un triennio degli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto vigente e dirottamento della quota di risparmi destinata al merito per coprire debiti del governo nei confronti delle scuole. Di fronte
ad una simile batosta, opposizioni e sindacati alzano la voce e dopo diverse manifestazioni di piazza e una complessa trattativa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, Cisl e Uil scuola e Snals strappano un impegno: il blocco degli scatti automatici viene scongiurato e saranno coperti con la quota di risparmi destinata al merito. Le scuole che vantano crediti nei confronti del ministero faranno come hanno fatto finora: si arrangeranno.
Ma, come sarebbe stato più logico fare, al momento di convertire in legge il decreto sulla manovra il Parlamento non cancella il famigerato comma 23 dell'articolo 9, che blocca gli scatti per il 2010, 2011 e 2012. Preferisce invece aggiungere a tre diversi articoli altri tre commi che solo letti insieme e con notevole sforzo interpretativo riconsegnano gli scatti a coloro che avrebbero dovuto percepirli nel 2010, 2011 e 2012. E, a riprova che "il pericolo è superato", pochi giorni fa arriva il decreto di Tremonti che assegna i fondi per il 2010. Lasciando intendere che una soluzione analoga sarebbe stata adottata anche per il 2011 e per l'anno successivo.
Ma la verità sembra un'altra: coloro che hanno ricevuto lo scatto di stipendio nel 2010, nel 2009 e nel 2008 restano fregati. Roberta è una insegnante di scuola dell'infanzia che ha ricevuto l'aumento di stipendio a settembre dello scorso anno e fino alla busta-paga del mese di dicembre il suo cedolino indicava il successivo scatto, pari a 2 mila euro l'anno circa, per il 2016. Ma nel prospetto del mese di gennaio, a sorpresa, scopre di "scattare" nel 2018: due anni dopo. Dovrà in sostanza attendere ben otto anni prima di ricevere un aumento di stipendio pari a 100 euro al mese netti.
Il conteggio effettuato da Osvaldo Roman, uno che se ne intende di questioni scolastiche, spiega che tutti i docenti con nove anni di anzianità di servizio perderanno 25 mila euro fino a fine carriera. Saranno un po' più fortunati coloro che devono rimanere in cattedra per meno tempo: da 18 mila euro a 4 mila per coloro che hanno 35 anni di servizio. Del resto, non è un segreto che con questa manovra sugli stipendi di docenti e Ata il governo intendeva racimolare un bel gruzzolo
SALVO INTRAVAIA
Sorpresa amara in busta-paga per 300 mila docenti e 70 mila non docenti della scuola. Nel prospetto dello stipendio di gennaio, nonostante le rassicurazioni di parecchi sindacati e dello stesso governo, migliaia di insegnanti, bidelli e personale di segreteria scoprono che per ottenere il prossimo scatto di stipendio dovranno attendere otto anni, non più sei come stabilito dal contratto. Una enormità se si considera che il contratto della scuola è scaduto a fine 2009 e che nel frattempo il costo della vita crescerà almeno di 15 punti.
La notizia circola da diversi giorni in alcuni siti specializzati. Al momento, i più cauti battezzano la questione come semplice "giallo sugli scatti". Ma basta confrontare i prospetti di dicembre e gennaio inviati dal ministero dell'Economia agli interessati per comprendere la portata del blocco degli scatti, che alcuni sindacati giurano di avere disinnescato. Per comprendere la questione occorre fare un passo indietro, ritornando al mese di giugno del 2010, quando il governo sotto i colpi della crisi economica mondiale e della speculazione internazionale vara una megamanovra finanziaria da 25 miliardi.
In un primo momento, gli stipendi degli insegnanti vengono colpiti in tre modi: congelamento del rinnovo del contratto, già scaduto il 31 dicembre del 2009; blocco per un triennio degli scatti stipendiali automatici previsti dal contratto vigente e dirottamento della quota di risparmi destinata al merito per coprire debiti del governo nei confronti delle scuole. Di fronte
ad una simile batosta, opposizioni e sindacati alzano la voce e dopo diverse manifestazioni di piazza e una complessa trattativa con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, Cisl e Uil scuola e Snals strappano un impegno: il blocco degli scatti automatici viene scongiurato e saranno coperti con la quota di risparmi destinata al merito. Le scuole che vantano crediti nei confronti del ministero faranno come hanno fatto finora: si arrangeranno.
Ma, come sarebbe stato più logico fare, al momento di convertire in legge il decreto sulla manovra il Parlamento non cancella il famigerato comma 23 dell'articolo 9, che blocca gli scatti per il 2010, 2011 e 2012. Preferisce invece aggiungere a tre diversi articoli altri tre commi che solo letti insieme e con notevole sforzo interpretativo riconsegnano gli scatti a coloro che avrebbero dovuto percepirli nel 2010, 2011 e 2012. E, a riprova che "il pericolo è superato", pochi giorni fa arriva il decreto di Tremonti che assegna i fondi per il 2010. Lasciando intendere che una soluzione analoga sarebbe stata adottata anche per il 2011 e per l'anno successivo.
Ma la verità sembra un'altra: coloro che hanno ricevuto lo scatto di stipendio nel 2010, nel 2009 e nel 2008 restano fregati. Roberta è una insegnante di scuola dell'infanzia che ha ricevuto l'aumento di stipendio a settembre dello scorso anno e fino alla busta-paga del mese di dicembre il suo cedolino indicava il successivo scatto, pari a 2 mila euro l'anno circa, per il 2016. Ma nel prospetto del mese di gennaio, a sorpresa, scopre di "scattare" nel 2018: due anni dopo. Dovrà in sostanza attendere ben otto anni prima di ricevere un aumento di stipendio pari a 100 euro al mese netti.
Il conteggio effettuato da Osvaldo Roman, uno che se ne intende di questioni scolastiche, spiega che tutti i docenti con nove anni di anzianità di servizio perderanno 25 mila euro fino a fine carriera. Saranno un po' più fortunati coloro che devono rimanere in cattedra per meno tempo: da 18 mila euro a 4 mila per coloro che hanno 35 anni di servizio. Del resto, non è un segreto che con questa manovra sugli stipendi di docenti e Ata il governo intendeva racimolare un bel gruzzolo
SALVO INTRAVAIA
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