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Lettera aperta al Prof. Max Bruschi
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Lettera aperta al Prof. Max Bruschi
Egregio Professore,
è un onore per me che Lei si sia "dovuto" scomodare e intervenire sulle pagine del forum per portare un contributo alla ricerca della verità e della giusta visione e, di questo, non posso che ringraziarLa.
RingraziarLa anche perché, con il suo scritto, dà occasione per trattare di temi più ampi delle vicende che hanno interessato il prof. Cafiero a cui, poi, non pensi che si tributi maggiore importanza di quella che effettivamente ha. Certamente però lui, nella sua qualità d’interprete di metodologie e dinamiche che, nell’opinione di molti, dovrebbero rimanere fuori dalla scuola, ha offerto l’occasione per analizzare temi e azioni che, nell’ultimo anno, hanno caratterizzato la vita della scuola e rispetto alle quali le risposte dell’Istituzione tutta, Lei compreso, ha lasciato delusi non i genitori ma gli studenti, fattore questo certamente da non sottovalutare.
Prima di passare ai temi qualche notazione preliminare.
Professore, che caduta quella chiusura! Parafrasando Totò Le dovrei dire: “Ma Professore mi faccia il piacere!” Tentare di introdurre, in via così indiretta e subdola, la circostanza che quello che scrivo sia perché mio figlio ha fallito al Parini, non Le fa onore e mi fa francamente sorridere. Usa tecniche introdotte nella dialettica pubblica circa 17 anni fa, oggi evidenti a tutti, anche ai bambini della scuola materna. I fatti che riporto e i documenti che allego non credo attengano assolutamente al piano della mia delusione, peraltro inesistente, ma, proprio per sgombrare ogni dubbio, Le indico qualche notizia che Le possa risparmiare la prossima volta di mostrarsi o superficiale o fazioso.
Mio figlio Alessandro, mi spiace contraddirla, non ha mai fallito al Parini. E’ sempre andato avanti con le sue forze, compiendo imprese impossibili per i più. In quarta ginnasio recuperò il debito di greco con un’insegnante di grande onestà e abnegazione, la prof.ssa Crepaldi, superando l’esame di settembre con la votazione di otto. Professore, consulti gli annali prima di recepire le vuote informazioni del Dirigente scolastico. Accetti anche un consiglio, prometta ai suoi studenti e ai docenti che la prossima lettera di encomio la dedicherà alla prof.ssa Crepaldi o ai tanti professori che come quest’ultima si spendono ogni giorno al Parini. Non lo faccia per me, ma per la sua credibilità.
Merita un passaggio anche l’andamento di questo anno scolastico. Per tutto l’anno i professori della sua classe hanno risuonato sempre la medesima litania: “Classe disastrosa!” Guarda caso, però, alla fine dell’anno gli unici due che hanno avuto debiti sono stati Alessandro e il suo migliore amico. Di solito il criterio di valutazione, oltre che per merito individuale, dovrebbe essere anche per merito comparativo, per cui o si prende la medesima decisione per tutti quelli insufficienti oppure non la si prende nei confronti di nessuno di quelli nella stessa situazione di insufficiente profitto scolastico.
Mi sono, allora, applicato a capire questa stranissima coincidenza che vede una parte della classe graziata, mentre restano esclusi da questo novero due studenti.
Dopo poco tempo dal ritiro della pagella, ho ricevuto la telefonata della professoressa di storia e filosofia che lo aiutava al di fuori della scuola. E’ professoressa di un Liceo classico milanese, peraltro in commissione di esami di maturità al Liceo Parini quest’anno, quindi presumo di autorevolezza adeguata alla valutazione. Mi ha chiamato, dopo aver letto il giudizio dato al ragazzo in storia e filosofia (“fortemente aiutato” nelle materie indicate) e mi ha detto di non condividere l’indicazione perché lei, che lo aveva seguito da gennaio, riteneva la sua preparazione, nella peggiore delle ipotesi, da sette in entrambe le materie. Ottengo così un primo riscontro.
Quanto al latino, la professoressa prescelta per aiutarlo è una professoressa di lettere per la quale lo scorso anno scolastico è stato l’ultimo dei suoi trentasette anni di insegnamento in un Liceo Classico di Piacenza. Alla seconda ripetizione, senza che nulla sapesse degli antefatti, mi ha espressamente detto che ritiene “uno scandalo” l’attribuzione del debito in latino e si dice pronta a confermarlo di fronte a chiunque. Secondo riscontro.
Entrambe le docenti restano a disposizione di chi volesse confrontarsi sul tema. Basterà chiedere e darò nomi e recapiti, sempre che qualcuno sia interessato alla verità.
Così penso e il mosaico incomincia a comporsi. Però, se sui debiti di Alessandro posso immaginare che si sia potuto anche trattare, visto il mio operato nell’anno, di quella che potremmo chiamare “una particolare fiscalità di valutazione”, della cui iniquità ne risponderà l’autore alla vita, non riesco a capire perché la stessa iniqua sorte di inclemenza sia toccata al suo migliore amico. Continuo a pensare e, alla fine, la visione che, mi auguro, si possa dimostrare completamente infondata: troppo evidente ed eclatante sarebbe stato attribuire debiti solo al figlio del Presidente del Comitato Genitori … allora, forse … Lei mi avrà capito, senza che continui oltre … Capisce Professore, ove mai fosse e spero proprio per tutti che non sia, cosa c’entrava quel ragazzo con tutto quanto successo nell’anno. Certamente questo è il canto di un genitore ferito, ma la statistica è la statistica e le coincidenze statistiche, come sanno i matematici, qualcosa rappresentano sempre.
Se ha tempo Professore, approfondisca questo tema. Il dubbio indotto dalla statistica è forte ed è meglio, nell’interesse di tutti, che Lei o chi per Lei lo chiarisca, anche se, ovviamente, non siete tenuti.
Siamo così arrivati a settembre, agli esami, superati, e, oggi, sarebbe in III E con i suoi compagni di sempre ma, ebbene sì, c’è un ma, non ha voluto più saperne di stare in una scuola iniqua. Lui sapeva perfettamente chi, in classe, fosse più o meno bravo di lui e non ha potuto accettare l’iniquità del giudizio. L’obiettività del giudizio è la bussola dei ragazzi. Così ha preferito scegliere la strada della tranquillità, la strada della serenità quotidiana, del dialogo possibile con il corpo docenti, del giudizio obiettivo e mai pregiudiziale, e ha voluto cambiare …..… e io con lui.
Capisce Professore, non è Alessandro che ha fallito al Parini, è il Parini che ha fallito con lui e con tanti altri suoi studenti! Ogni studente perso è un indicatore per la Scuola, indicatore troppo spesso ignorato o mistificato. Se proprio poi volesse cercare fallimenti al Parini, non dovrebbe partire dagli studenti!
In chiusura della ricostruzione, vorrei precisare che ho portato a esempio il caso concreto di Alessandro in quanto, per ovvii motivi, ne conosco ogni risvolto, ma le assicuro che è rappresentativo, quanto al tema dell’iniquità, di un disagio diffuso nella Scuola e, quindi, fra i ragazzi.
Perché, poi, Professore quel riferimento così dipregiativo agli “atteggiamenti tribunizi”? Sa che io invece lo vivo come un bel complimento. Certamente meglio “tribuno” che “cerchiobottista” o “qualunquista” o qualcosa d'altro.
Veniamo ora alla sua “doverosa postilla” e alla sua affermazione che quando non pone in essere atti di politica scolastica possano essere “solo gli organi dell’Amministrazione Scolastica a poter chiedere conto delle mie (sue, n.d.r.) azioni.” Beh Professore, per chi conosce il diritto amministrativo la sua è un’affermazione un po’ forte. Il dovere del Suo ufficio, nella Sua qualità di funzionario della pubblica amministrazione, non credo proprio che si fermi dove indica. E’ per questo che, con riferimento al dovere, Le vorrei ricordare che ai primi di giugno i genitori, più della metà per l’esattezza, della classe IIE presentarono a Lei, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale, nonché al Preside della scuola un esposto nei confronti della Prof.ssa Ciullini. Lei certamente non lo saprà, ma sa che nessuno di voi si è degnato di dare una risposta ai genitori? E che anche questo è legittimo, oltre che per il diritto amministrativo anche per le basilari regole dell’educazione? Io non credo, ma anche qui veda Lei.
E’ vero che le missioni impossibili oggi attraggono tutti, ma Lei pensa veramente di poter, con i suoi scritti, riscattare la reputazione di professori che nel quotidiano si comportano come non dovrebbero sotto gli occhi di tutti. Non capisce che è un autogol alla sua autorevolezza e una mancanza di attenzione e rispetto per tutti quei docenti che compiono appieno il loro dovere?
Pensa di essere il solo ad avere scienza e coscienza oppure sa riconoscere che questi due ingredienti sono anche dei genitori e dei lettori del forum? Allora non usi giri di parole, se proprio vuole intervenire parli dei concetti, si confronti sui temi e non sfugga la dialettica. Non cerchi di delegittimare informazioni attinte dai portali di quotidiani autorevoli con la mia disperazione, perché tanto questo non funziona, non delegittima me, squalifica solo Lei.
Veniamo al suo scritto. Ispezione ok, professori ok, studenti ok. Avrò perso un passaggio, perché allora il Liceo Parini è una gabbia di dipendenti dal conflitto, si è creato tutto per niente? Tutto è in ordine ma la tranquillità a scuola non torna.
Vediamo di tornare sul Suo ragionamento. Se i ragazzi sono ok, le loro affermazioni non possono che essere anche esse ok; come fanno, allora, i professori a restare al loro posto? Mi sembra manchi una consecutio logica, che ci siano elementi contrastanti nelle sue affermazioni. Proverò a rileggerla più volte, magari comprenderò.
Sull’annoso problema, poi, della professoressa di matematica i ragazzi della IIIE hanno chiesto colloqui preventivi, al Preside, che si sono rivelati poco costruttivi, e così si sono recati dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale che li ha tranquillizzati: “Voi fate il vostro dovere che noi facciamo il nostro.” A stretto giro è seguita la visita del Direttore alla Scuola. Il verdetto finale comunicato ai ragazzi è stato: “La Ciullini resta, ma non vi preoccupate: farà tanta malattia!” Ma Professore, non starete per caso cavalcando nuove e creative teorie di gestione della Scuola? Lo “iettare” trasformato in sistema di gestione?
Sono certo mi scuserà per l’irriverenza, ma quanto riferito dai ragazzi fa sorridere e io non posso esimermi dallo scherzarci sopra e dal raccomandarLe, ora come allora, a Lei e a tutti quelli con Lei, sopra e sotto di Lei, e al Ministro stesso, la sorte dei nostri ragazzi perché, anche se a volte potrebbe ricavarsi il contrario dalla nostra passività, loro a noi stanno a cuore.
Mentre Le scrivevo, poi, mi è venuta un’idea. Visto che il prof. Cafiero e la prof. Ciullini sono ok perché non li assume come istitutori dei suoi figli e risolve ogni problema?
Buon lavoro e buona costruzione della scuola del futuro.
Arrigo Berenghi
è un onore per me che Lei si sia "dovuto" scomodare e intervenire sulle pagine del forum per portare un contributo alla ricerca della verità e della giusta visione e, di questo, non posso che ringraziarLa.
RingraziarLa anche perché, con il suo scritto, dà occasione per trattare di temi più ampi delle vicende che hanno interessato il prof. Cafiero a cui, poi, non pensi che si tributi maggiore importanza di quella che effettivamente ha. Certamente però lui, nella sua qualità d’interprete di metodologie e dinamiche che, nell’opinione di molti, dovrebbero rimanere fuori dalla scuola, ha offerto l’occasione per analizzare temi e azioni che, nell’ultimo anno, hanno caratterizzato la vita della scuola e rispetto alle quali le risposte dell’Istituzione tutta, Lei compreso, ha lasciato delusi non i genitori ma gli studenti, fattore questo certamente da non sottovalutare.
Prima di passare ai temi qualche notazione preliminare.
Professore, che caduta quella chiusura! Parafrasando Totò Le dovrei dire: “Ma Professore mi faccia il piacere!” Tentare di introdurre, in via così indiretta e subdola, la circostanza che quello che scrivo sia perché mio figlio ha fallito al Parini, non Le fa onore e mi fa francamente sorridere. Usa tecniche introdotte nella dialettica pubblica circa 17 anni fa, oggi evidenti a tutti, anche ai bambini della scuola materna. I fatti che riporto e i documenti che allego non credo attengano assolutamente al piano della mia delusione, peraltro inesistente, ma, proprio per sgombrare ogni dubbio, Le indico qualche notizia che Le possa risparmiare la prossima volta di mostrarsi o superficiale o fazioso.
Mio figlio Alessandro, mi spiace contraddirla, non ha mai fallito al Parini. E’ sempre andato avanti con le sue forze, compiendo imprese impossibili per i più. In quarta ginnasio recuperò il debito di greco con un’insegnante di grande onestà e abnegazione, la prof.ssa Crepaldi, superando l’esame di settembre con la votazione di otto. Professore, consulti gli annali prima di recepire le vuote informazioni del Dirigente scolastico. Accetti anche un consiglio, prometta ai suoi studenti e ai docenti che la prossima lettera di encomio la dedicherà alla prof.ssa Crepaldi o ai tanti professori che come quest’ultima si spendono ogni giorno al Parini. Non lo faccia per me, ma per la sua credibilità.
Merita un passaggio anche l’andamento di questo anno scolastico. Per tutto l’anno i professori della sua classe hanno risuonato sempre la medesima litania: “Classe disastrosa!” Guarda caso, però, alla fine dell’anno gli unici due che hanno avuto debiti sono stati Alessandro e il suo migliore amico. Di solito il criterio di valutazione, oltre che per merito individuale, dovrebbe essere anche per merito comparativo, per cui o si prende la medesima decisione per tutti quelli insufficienti oppure non la si prende nei confronti di nessuno di quelli nella stessa situazione di insufficiente profitto scolastico.
Mi sono, allora, applicato a capire questa stranissima coincidenza che vede una parte della classe graziata, mentre restano esclusi da questo novero due studenti.
Dopo poco tempo dal ritiro della pagella, ho ricevuto la telefonata della professoressa di storia e filosofia che lo aiutava al di fuori della scuola. E’ professoressa di un Liceo classico milanese, peraltro in commissione di esami di maturità al Liceo Parini quest’anno, quindi presumo di autorevolezza adeguata alla valutazione. Mi ha chiamato, dopo aver letto il giudizio dato al ragazzo in storia e filosofia (“fortemente aiutato” nelle materie indicate) e mi ha detto di non condividere l’indicazione perché lei, che lo aveva seguito da gennaio, riteneva la sua preparazione, nella peggiore delle ipotesi, da sette in entrambe le materie. Ottengo così un primo riscontro.
Quanto al latino, la professoressa prescelta per aiutarlo è una professoressa di lettere per la quale lo scorso anno scolastico è stato l’ultimo dei suoi trentasette anni di insegnamento in un Liceo Classico di Piacenza. Alla seconda ripetizione, senza che nulla sapesse degli antefatti, mi ha espressamente detto che ritiene “uno scandalo” l’attribuzione del debito in latino e si dice pronta a confermarlo di fronte a chiunque. Secondo riscontro.
Entrambe le docenti restano a disposizione di chi volesse confrontarsi sul tema. Basterà chiedere e darò nomi e recapiti, sempre che qualcuno sia interessato alla verità.
Così penso e il mosaico incomincia a comporsi. Però, se sui debiti di Alessandro posso immaginare che si sia potuto anche trattare, visto il mio operato nell’anno, di quella che potremmo chiamare “una particolare fiscalità di valutazione”, della cui iniquità ne risponderà l’autore alla vita, non riesco a capire perché la stessa iniqua sorte di inclemenza sia toccata al suo migliore amico. Continuo a pensare e, alla fine, la visione che, mi auguro, si possa dimostrare completamente infondata: troppo evidente ed eclatante sarebbe stato attribuire debiti solo al figlio del Presidente del Comitato Genitori … allora, forse … Lei mi avrà capito, senza che continui oltre … Capisce Professore, ove mai fosse e spero proprio per tutti che non sia, cosa c’entrava quel ragazzo con tutto quanto successo nell’anno. Certamente questo è il canto di un genitore ferito, ma la statistica è la statistica e le coincidenze statistiche, come sanno i matematici, qualcosa rappresentano sempre.
Se ha tempo Professore, approfondisca questo tema. Il dubbio indotto dalla statistica è forte ed è meglio, nell’interesse di tutti, che Lei o chi per Lei lo chiarisca, anche se, ovviamente, non siete tenuti.
Siamo così arrivati a settembre, agli esami, superati, e, oggi, sarebbe in III E con i suoi compagni di sempre ma, ebbene sì, c’è un ma, non ha voluto più saperne di stare in una scuola iniqua. Lui sapeva perfettamente chi, in classe, fosse più o meno bravo di lui e non ha potuto accettare l’iniquità del giudizio. L’obiettività del giudizio è la bussola dei ragazzi. Così ha preferito scegliere la strada della tranquillità, la strada della serenità quotidiana, del dialogo possibile con il corpo docenti, del giudizio obiettivo e mai pregiudiziale, e ha voluto cambiare …..… e io con lui.
Capisce Professore, non è Alessandro che ha fallito al Parini, è il Parini che ha fallito con lui e con tanti altri suoi studenti! Ogni studente perso è un indicatore per la Scuola, indicatore troppo spesso ignorato o mistificato. Se proprio poi volesse cercare fallimenti al Parini, non dovrebbe partire dagli studenti!
In chiusura della ricostruzione, vorrei precisare che ho portato a esempio il caso concreto di Alessandro in quanto, per ovvii motivi, ne conosco ogni risvolto, ma le assicuro che è rappresentativo, quanto al tema dell’iniquità, di un disagio diffuso nella Scuola e, quindi, fra i ragazzi.
Perché, poi, Professore quel riferimento così dipregiativo agli “atteggiamenti tribunizi”? Sa che io invece lo vivo come un bel complimento. Certamente meglio “tribuno” che “cerchiobottista” o “qualunquista” o qualcosa d'altro.
Veniamo ora alla sua “doverosa postilla” e alla sua affermazione che quando non pone in essere atti di politica scolastica possano essere “solo gli organi dell’Amministrazione Scolastica a poter chiedere conto delle mie (sue, n.d.r.) azioni.” Beh Professore, per chi conosce il diritto amministrativo la sua è un’affermazione un po’ forte. Il dovere del Suo ufficio, nella Sua qualità di funzionario della pubblica amministrazione, non credo proprio che si fermi dove indica. E’ per questo che, con riferimento al dovere, Le vorrei ricordare che ai primi di giugno i genitori, più della metà per l’esattezza, della classe IIE presentarono a Lei, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, al Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale, nonché al Preside della scuola un esposto nei confronti della Prof.ssa Ciullini. Lei certamente non lo saprà, ma sa che nessuno di voi si è degnato di dare una risposta ai genitori? E che anche questo è legittimo, oltre che per il diritto amministrativo anche per le basilari regole dell’educazione? Io non credo, ma anche qui veda Lei.
E’ vero che le missioni impossibili oggi attraggono tutti, ma Lei pensa veramente di poter, con i suoi scritti, riscattare la reputazione di professori che nel quotidiano si comportano come non dovrebbero sotto gli occhi di tutti. Non capisce che è un autogol alla sua autorevolezza e una mancanza di attenzione e rispetto per tutti quei docenti che compiono appieno il loro dovere?
Pensa di essere il solo ad avere scienza e coscienza oppure sa riconoscere che questi due ingredienti sono anche dei genitori e dei lettori del forum? Allora non usi giri di parole, se proprio vuole intervenire parli dei concetti, si confronti sui temi e non sfugga la dialettica. Non cerchi di delegittimare informazioni attinte dai portali di quotidiani autorevoli con la mia disperazione, perché tanto questo non funziona, non delegittima me, squalifica solo Lei.
Veniamo al suo scritto. Ispezione ok, professori ok, studenti ok. Avrò perso un passaggio, perché allora il Liceo Parini è una gabbia di dipendenti dal conflitto, si è creato tutto per niente? Tutto è in ordine ma la tranquillità a scuola non torna.
Vediamo di tornare sul Suo ragionamento. Se i ragazzi sono ok, le loro affermazioni non possono che essere anche esse ok; come fanno, allora, i professori a restare al loro posto? Mi sembra manchi una consecutio logica, che ci siano elementi contrastanti nelle sue affermazioni. Proverò a rileggerla più volte, magari comprenderò.
Sull’annoso problema, poi, della professoressa di matematica i ragazzi della IIIE hanno chiesto colloqui preventivi, al Preside, che si sono rivelati poco costruttivi, e così si sono recati dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale che li ha tranquillizzati: “Voi fate il vostro dovere che noi facciamo il nostro.” A stretto giro è seguita la visita del Direttore alla Scuola. Il verdetto finale comunicato ai ragazzi è stato: “La Ciullini resta, ma non vi preoccupate: farà tanta malattia!” Ma Professore, non starete per caso cavalcando nuove e creative teorie di gestione della Scuola? Lo “iettare” trasformato in sistema di gestione?
Sono certo mi scuserà per l’irriverenza, ma quanto riferito dai ragazzi fa sorridere e io non posso esimermi dallo scherzarci sopra e dal raccomandarLe, ora come allora, a Lei e a tutti quelli con Lei, sopra e sotto di Lei, e al Ministro stesso, la sorte dei nostri ragazzi perché, anche se a volte potrebbe ricavarsi il contrario dalla nostra passività, loro a noi stanno a cuore.
Mentre Le scrivevo, poi, mi è venuta un’idea. Visto che il prof. Cafiero e la prof. Ciullini sono ok perché non li assume come istitutori dei suoi figli e risolve ogni problema?
Buon lavoro e buona costruzione della scuola del futuro.
Arrigo Berenghi
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