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Lettera a Professor Cafiero. Doverosa postilla.
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Lettera a Professor Cafiero. Doverosa postilla.
Gentili signori, sarà la prima e, credo e spero, l’ultima volta che scrivo in questo forum.
Sono abituato, infatti, ad affrontare il dibattito pubblico su atti di politica scolastica che ricadono sotto la mia responsabilità o sotto la responsabilità del Ministro, ma quando opero in altra veste sono solo gli organi dell’Amministrazione Scolastica a poter chiedere conto delle mie azioni. Non vorrei però che il mio silenzio possa essere in alcun modo frainteso.
Confermo dunque, "in scienza e coscienza", quanto ho scritto pubblicamente al professor Cafiero e non ho nulla da aggiungere o rettificare dei contenuti della mia relazione ispettiva sulla situazione del Parini (i quali riguardano l’Amministrazione e coloro i quali, legittimamente, ne hanno richiesto le parti di loro competenza).
Nel corso della mia non breve visita e degli incontri ho mantenuto il più stretto riserbo, nonostante i tentativi (per carità, umanamente comprensibili) di farmi anticipare i contenuti della relazione o di indurmi a discutere le mie opinioni “in corso d’opera”. Ho letto, ascoltato, verificato e invitato ad “abbassare le spade”. Ho sollecitato tutti al rispetto delle rispettive prerogative e dei rispettivi compiti, definiti dalle norme che regolano la vita scolastica, senza lasciarsi tentare da atteggiamenti tribunizi. L’ho fatto con assoluta calma. Una calma che mai può essere scambiata per accondiscendenza (e che invece, da alcuni, per tale è stata scambiata). Ho precisato a tutti gli interlocutori che avrei relazionato agli organi competenti, che il mio mandato era di far luce su quanto emerso a seguito di articoli di stampa e che avrei analizzato le vicende caso per caso, nonostante, come ricorderete, l’apparenza mostrasse una contrapposizione tra “insegnanti rigorosi” e “genitori lassisti”. La verità, ovviamente, è sempre più complessa di un titolo di giornale. Non era mio compito (né è nel mio stile) dare soddisfazione per “partito preso” a Tizio o a Caio, a questa o quella componente, ma esclusivamente guardare ai fatti. Fatti che ho esposto all’Amministrazione immediatamente affinché prendesse le decisioni a suo giudizio più opportune, nell’interesse della qualità dell’azione educativa e secondo i principi che ho trovato nell’articolo di Alessandro D’Avenia (un caro amico e un ottimo e rigoroso insegnante) da voi riportato.
Mi sento di ringraziare in particolar modo proprio gli studenti del Parini, rappresentanti di classe ed eletti in consiglio di istituto. Ho avuto modo di incontrarli brevemente in assemblea (oltre che, per le classi coinvolte, in colloquio). Mi hanno dimostrato una equanimità e un buon senso ben diversi dalla caricatura che, troppo spesso, è fatta di loro e dei loro coetanei. Il che, beninteso, non significa dire che "gli studenti hanno sempre ragione", ricadendo in quel facile peccato di generalizzazione cui troppo spesso si indulge.
Posso solo aggiungere che, se mio figlio fosse nell’età prevista e decidesse di optare per un percorso di Liceo Classico, non avrei alcuna obiezione se volesse andare al Parini. Pronto, naturalmente, ad accettarne l’eventuale fallimento scolastico.
Max Bruschi
Sono abituato, infatti, ad affrontare il dibattito pubblico su atti di politica scolastica che ricadono sotto la mia responsabilità o sotto la responsabilità del Ministro, ma quando opero in altra veste sono solo gli organi dell’Amministrazione Scolastica a poter chiedere conto delle mie azioni. Non vorrei però che il mio silenzio possa essere in alcun modo frainteso.
Confermo dunque, "in scienza e coscienza", quanto ho scritto pubblicamente al professor Cafiero e non ho nulla da aggiungere o rettificare dei contenuti della mia relazione ispettiva sulla situazione del Parini (i quali riguardano l’Amministrazione e coloro i quali, legittimamente, ne hanno richiesto le parti di loro competenza).
Nel corso della mia non breve visita e degli incontri ho mantenuto il più stretto riserbo, nonostante i tentativi (per carità, umanamente comprensibili) di farmi anticipare i contenuti della relazione o di indurmi a discutere le mie opinioni “in corso d’opera”. Ho letto, ascoltato, verificato e invitato ad “abbassare le spade”. Ho sollecitato tutti al rispetto delle rispettive prerogative e dei rispettivi compiti, definiti dalle norme che regolano la vita scolastica, senza lasciarsi tentare da atteggiamenti tribunizi. L’ho fatto con assoluta calma. Una calma che mai può essere scambiata per accondiscendenza (e che invece, da alcuni, per tale è stata scambiata). Ho precisato a tutti gli interlocutori che avrei relazionato agli organi competenti, che il mio mandato era di far luce su quanto emerso a seguito di articoli di stampa e che avrei analizzato le vicende caso per caso, nonostante, come ricorderete, l’apparenza mostrasse una contrapposizione tra “insegnanti rigorosi” e “genitori lassisti”. La verità, ovviamente, è sempre più complessa di un titolo di giornale. Non era mio compito (né è nel mio stile) dare soddisfazione per “partito preso” a Tizio o a Caio, a questa o quella componente, ma esclusivamente guardare ai fatti. Fatti che ho esposto all’Amministrazione immediatamente affinché prendesse le decisioni a suo giudizio più opportune, nell’interesse della qualità dell’azione educativa e secondo i principi che ho trovato nell’articolo di Alessandro D’Avenia (un caro amico e un ottimo e rigoroso insegnante) da voi riportato.
Mi sento di ringraziare in particolar modo proprio gli studenti del Parini, rappresentanti di classe ed eletti in consiglio di istituto. Ho avuto modo di incontrarli brevemente in assemblea (oltre che, per le classi coinvolte, in colloquio). Mi hanno dimostrato una equanimità e un buon senso ben diversi dalla caricatura che, troppo spesso, è fatta di loro e dei loro coetanei. Il che, beninteso, non significa dire che "gli studenti hanno sempre ragione", ricadendo in quel facile peccato di generalizzazione cui troppo spesso si indulge.
Posso solo aggiungere che, se mio figlio fosse nell’età prevista e decidesse di optare per un percorso di Liceo Classico, non avrei alcuna obiezione se volesse andare al Parini. Pronto, naturalmente, ad accettarne l’eventuale fallimento scolastico.
Max Bruschi
Max Bruschi- Numero di messaggi : 1
utente : docente
Data d'iscrizione : 17.09.11
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