Al provveditore Colosio la relazione dell’ispettore sulla docente contestata. «Ora torni un clima sereno

MILANO - L’ispezione del Ministero al liceo Parini adesso è conclusa. È durata un mese la ricognizione sul caso della professoressa del liceo classico di via Goito che un mese fa denunciò in una lettera: «Costretta a chiedere il trasferimento da genitori urlanti». Adesso l’Ufficio scolastico può pronunciarsi. «Ipotetici provvedimenti nei confronti dell’insegnante a sua volta contestata li prenderà il dirigente scolastico, non questo ufficio.

L’intervento suggerito al preside sarà, per cominciare, sugli organi collegiali. In particolare: «I consigli di classe non possono più diventare assemblee aperte a tutti i genitori». Perché è vero che in molte scuole questa partecipazione allargata è una consuetudine, ma meglio evitarla al Parini, perché la presenza (eccessiva?) dei genitori ha creato tensioni.

Era stato lo stesso preside, Carlo Arrigo Pedretti, a denunciare l’invasione di campo di alcune mamme. Un mese prima della lettera scritta dalla prof, lui aveva richiamato all’ordine i genitori dei suoi studenti con una circolare in cui scriveva: «Vietato offendere e aggredire gli insegnanti».

E quando il caso era finito sui giornali aveva poi raccontato: «In questa storia tutti hanno travalicato, genitori e insegnanti. Ho provato a mediare, ma il mio invito ad abbassare i toni è stato inascoltato».

Non soltanto i genitori erano finiti sotto accusa. Anche la professoressa autrice della lettera era stata a sua volta contestata, da famiglie e studenti. Rischia la sospensione? Colosio non anticipa la decisione presa ma commenta: «L’azione degli insegnanti va sostenuta dalla scuola, anche quando fanno valutazioni degli studenti severe e rigorose, come è giusto che sia in un liceo come il Parini. Se poi ci sono comportamenti passibili di provvedimenti disciplinari il preside deve intervenire.

Adesso che l’ispezione è conclusa ci sono quaranta giorni di tempo per decidere un’eventuale sospensione».

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