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Una squadra under 40 al ministero dell'Istruzione
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Una squadra under 40 al ministero dell'Istruzione
Profumo: i sei giovani saranno i miei consiglieri
Che cosa ci fa al ministero dell’Istruzione uno che sta lavorando perché si possa scattare una foto con il telefonino e inviarla al Comune che provvederà a intervenire prima possibile per risolvere il problema o acquistare un appartamento consultando quando si vuole e dove si vuole criminalità, smog o traffico della zona? O una che ha appena offerto a tutti gli appassionati di musica la possibilità di trovare in un istante sul proprio telefonino informazioni anche sui gruppi meno conosciuti? Sono in sei così: geniacci, non ancora quarantenni, assunti per un anno al ministero dell’Istruzione, dove l’età media di chi ha un contratto da quelle parti è ben oltre i 50.
Li ha voluti il ministro Francesco Profumo, saranno i suoi consiglieri e formeranno un pensatoio molto concreto a viale Trastevere, ma non solo. Si chiamano Arianna Bassoli, Stefania Milan, Damien Lanfrey, Lorenzo Benussi, Donatella Solda Kutzmann, Dario Carrera. In tre lavorano già in Italia ma gli altri tre rientrano dopo lunghi anni all’estero, come Stefania Milan che arriverà da Toronto e quando ha saputo di avervinto si è commossa: «Aspettavo da tempo che il mio Paese mi chiamasse», ha detto.
Lunedì sono convocati al ministero per il primo appuntamento. Il ministro Profumo in queste ore è a Copenaghen e non nasconde la sua soddisfazione: «I ministri hanno la possibilità di scegliere un certo numero di consiglieri spiega - in genere ci si circonda di persone di alto profilo ma scelte in modo diretto. Ho pensato che fosse un bel segnale procedere diversamente, con una call pubblica». E, quindi, il 23 dicembre è stata avviata la procedura con un avviso rivolto a persone con meno di 40 anni e un dottorato di ricerca in alcuni settori specifici: Nuovi Media, E-government, Open data, social innovation. Stipendio? Niente di che: due dei nuovi assunti guadagneranno 48mila euro lordi l’anno, gli altri la metà. Eppure la richiesta ha fatto rapidamente il giro della rete e sono arrivate quasi 600 risposte con curriculum e lettere di motivazione. Scartati quelli che avevano lavori che prevedevano già molte ore di ufficio, ci si è orientati verso figure più libere: giornalisti freelance, consulenti, docenti.
E ora i sei prescelti hanno una missione difficilissima. «Dovranno disegnare un nuovo modello di ministero dell’Istruzione - chiarisce il ministro che ha ereditato le competenze che fino a qualche mese fa erano del ministero dell’Innovazione retto da Renato Brunetta - e sperimentarlo sul campo. Vuol dire trovare un modo per cercare un canale d’ascolto tra i 30 milioni di persone costituiti da famiglie, alunni e professori. Oppure come rendere pubblici e come usare il patrimonio incredibile dei dati della scuola. Oppure come rendere diversi gli uffici pubblici grazie alle nuove tecnologie, e come usarle a livello sociale».
Da lunedì i Magnifici Sei saranno all’opera: si divideranno tra le attività precedenti e il nuovo compito. E Profumo già immagina di andare oltre. «Vorremmo allargare la maglia come ministero, assumere qualcun altro di quelli che hanno partecipato alla selezione, e vorremmo mettere a disposizione delle altre amministrazioni i loro curricula, in modo che possano rappresentare il seme del nuovo
F.Amabile
Che cosa ci fa al ministero dell’Istruzione uno che sta lavorando perché si possa scattare una foto con il telefonino e inviarla al Comune che provvederà a intervenire prima possibile per risolvere il problema o acquistare un appartamento consultando quando si vuole e dove si vuole criminalità, smog o traffico della zona? O una che ha appena offerto a tutti gli appassionati di musica la possibilità di trovare in un istante sul proprio telefonino informazioni anche sui gruppi meno conosciuti? Sono in sei così: geniacci, non ancora quarantenni, assunti per un anno al ministero dell’Istruzione, dove l’età media di chi ha un contratto da quelle parti è ben oltre i 50.
Li ha voluti il ministro Francesco Profumo, saranno i suoi consiglieri e formeranno un pensatoio molto concreto a viale Trastevere, ma non solo. Si chiamano Arianna Bassoli, Stefania Milan, Damien Lanfrey, Lorenzo Benussi, Donatella Solda Kutzmann, Dario Carrera. In tre lavorano già in Italia ma gli altri tre rientrano dopo lunghi anni all’estero, come Stefania Milan che arriverà da Toronto e quando ha saputo di avervinto si è commossa: «Aspettavo da tempo che il mio Paese mi chiamasse», ha detto.
Lunedì sono convocati al ministero per il primo appuntamento. Il ministro Profumo in queste ore è a Copenaghen e non nasconde la sua soddisfazione: «I ministri hanno la possibilità di scegliere un certo numero di consiglieri spiega - in genere ci si circonda di persone di alto profilo ma scelte in modo diretto. Ho pensato che fosse un bel segnale procedere diversamente, con una call pubblica». E, quindi, il 23 dicembre è stata avviata la procedura con un avviso rivolto a persone con meno di 40 anni e un dottorato di ricerca in alcuni settori specifici: Nuovi Media, E-government, Open data, social innovation. Stipendio? Niente di che: due dei nuovi assunti guadagneranno 48mila euro lordi l’anno, gli altri la metà. Eppure la richiesta ha fatto rapidamente il giro della rete e sono arrivate quasi 600 risposte con curriculum e lettere di motivazione. Scartati quelli che avevano lavori che prevedevano già molte ore di ufficio, ci si è orientati verso figure più libere: giornalisti freelance, consulenti, docenti.
E ora i sei prescelti hanno una missione difficilissima. «Dovranno disegnare un nuovo modello di ministero dell’Istruzione - chiarisce il ministro che ha ereditato le competenze che fino a qualche mese fa erano del ministero dell’Innovazione retto da Renato Brunetta - e sperimentarlo sul campo. Vuol dire trovare un modo per cercare un canale d’ascolto tra i 30 milioni di persone costituiti da famiglie, alunni e professori. Oppure come rendere pubblici e come usare il patrimonio incredibile dei dati della scuola. Oppure come rendere diversi gli uffici pubblici grazie alle nuove tecnologie, e come usarle a livello sociale».
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