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i volti della maturità - corriere.it - 15 luglio 2009
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i volti della maturità - corriere.it - 15 luglio 2009
Niccolò (del liceo Parini), Carla e i gemelli: la generazione del «100 e lode»
Niccolò, Giacomo, Stefano e Carla: ragazzi da 100 e lode. Per loro la maturità 2009, quella che ha visto aumentare i respinti e calare i voti, soprattutto quelli di eccellenza, è stata un successo pieno. Certo, il risultato di un anno vissuto diligentemente, però loro si definiscono ragazzi normali: non è necessario essere «secchioni», per andare benissimo a scuola ci vogliono attenzione in classe, metodo nello studio, curiosità e fame di imparare. C’è chi racconta di essere stato in ansia per l’orale, di aver accolto la lode con sorpresa, di averci messo meno impegno di quello che avrebbe potuto. Hanno presentato tesine impegnative su violenza e linguaggio o la moda nella letteratura. Dotati e brillanti, non peccano di sicumera. E sul loro futuro dimostrano di essere ancora piuttosto indecisi: «Forse mi iscriverò a Lettere e Filosofia, ma ho ancora due mesi, voglio pensarci bene», dice Niccolò. «Sono indecisa tra giurisprudenza e medicina», gli fa eco Carla. Fisica e informatica per Giacomo e Stefano, che non danno per scontato il passaggio dei test: «Sarà difficile superare l’ammissione negli atenei che abbiamo scelto». Ma per questo c’è ancora tempo. Ora è il momento dei brindisi, del relax e di una bella (e meritatissima) vacanza. Il futuro può attendere.
Il bimbo-prodigio che vinse anche al quiz di Mike
MILANO — A tredici anni Niccolò aveva le idee molto chiare: «Andrò al liceo classico.
Amo studiare, ma che noia la scuola». Faceva la terza media ed era piuttosto famoso: aveva appena vinto la finale di «Genius» — il programma di Mike Bongiorno per bambini prodigio —, dimostrato di essere un baby cervellone e incassato 60 mila euro di premio. Un tipetto tosto. Lo è anche adesso, eccome. Ma ora che di anni ne ha 18 («e mezzo») e ha superato la maturità con il massimo dei voti al liceo classico Parini di Milano, il genietto cresciuto, Niccolò Caminada (foto) , non è più sicuro di sé come una volta: «Credo che mi iscriverò alla facoltà di Lettere e Filosofia. Forse. Ho due mesi per decidere». E dopo? «Dopo non so, voglio rifletterci con calma». Cento e lode alla maturità. In uno degli istituti superiori più famosi d’Italia. L’epilogo naturale di una carriera scolastica eccezionale: cinque anni di liceo classico con sperimentazione «Brocca» (quella che aggiunge al curriculum tradizionale un carico di materie scientifiche, economia e diritto), 9,61 di media. E, all’esame di Stato, scritti perfetti, una tesina su «Violenza e linguaggio» — passando da Tucidide e arrivando fino a Orwell e Victor Klemperer —, orale impeccabile, 25 punti di credito. Il massimo. Rendimento straordinario, ma Niccolò continua a definirsi «un ragazzo come tanti»: «Certo, ho sempre studiato, ma anch’io ero decisamente preoccupato prima dell’orale». E la lode? «Proprio non me l’aspettavo». Un diciottenne qualunque, dice lui. Che domani partirà per le vacanze. InterRail, un classico del post-maturità.
In Europa con gli amici. Per riposarsi e riflettere sul futuro, ancora così nebuloso. E sul passato: «A volte ripenso alla mia partecipazione a 'Genius'. Interessante, ma mi è pesata. La gente mi riconosceva per strada, si faceva idee sul mio conto».
Tutto alle spalle. «Per fortuna». Un brindisi con gli amici — e con la fidanzata — e un nuovo capitolo che si apre. Con un solo rammarico: «L’università all’estero? Avrei dovuto pensarci due anni fa. E invece sono arrivato tardi. Purtroppo ho perso il treno». Nessuno è perfetto.
Annachiara Sacchi
segue l'articolo su altri ragazzi diplomati di altri licei italiani alla pagina
coorriere.it commenti ai 110 e lode
Niccolò, Giacomo, Stefano e Carla: ragazzi da 100 e lode. Per loro la maturità 2009, quella che ha visto aumentare i respinti e calare i voti, soprattutto quelli di eccellenza, è stata un successo pieno. Certo, il risultato di un anno vissuto diligentemente, però loro si definiscono ragazzi normali: non è necessario essere «secchioni», per andare benissimo a scuola ci vogliono attenzione in classe, metodo nello studio, curiosità e fame di imparare. C’è chi racconta di essere stato in ansia per l’orale, di aver accolto la lode con sorpresa, di averci messo meno impegno di quello che avrebbe potuto. Hanno presentato tesine impegnative su violenza e linguaggio o la moda nella letteratura. Dotati e brillanti, non peccano di sicumera. E sul loro futuro dimostrano di essere ancora piuttosto indecisi: «Forse mi iscriverò a Lettere e Filosofia, ma ho ancora due mesi, voglio pensarci bene», dice Niccolò. «Sono indecisa tra giurisprudenza e medicina», gli fa eco Carla. Fisica e informatica per Giacomo e Stefano, che non danno per scontato il passaggio dei test: «Sarà difficile superare l’ammissione negli atenei che abbiamo scelto». Ma per questo c’è ancora tempo. Ora è il momento dei brindisi, del relax e di una bella (e meritatissima) vacanza. Il futuro può attendere.
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Tutto alle spalle. «Per fortuna». Un brindisi con gli amici — e con la fidanzata — e un nuovo capitolo che si apre. Con un solo rammarico: «L’università all’estero? Avrei dovuto pensarci due anni fa. E invece sono arrivato tardi. Purtroppo ho perso il treno». Nessuno è perfetto.
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