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5 in pagella? Niente ammissione all'Esame di Stato!
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5 in pagella? Niente ammissione all'Esame di Stato!
Non ammissione all'Esame di stato con anche solo un'insufficienza in pagella? così reciterebbe l'applicazione della circolare ministeriale sugli Esami di Stato......
si attendono approfondimenti
si attendono approfondimenti
Ultima modifica di James il Ven Mar 20, 2009 9:47 pm - modificato 1 volta.
Ospite- Ospite
Re: 5 in pagella? Niente ammissione all'Esame di Stato!
Con un solo cinque non si è ammessi alla maturità?
C'è allarme in tutta Italia per i criteri di ammissione alla prossima maturità, dopo l'approvazione in prima lettura dello schema di regolamento sulla valutazione da parte del Consiglio dei ministri.
La legge sugli esami di Stato (n. 1/2007) prevede che "All'esame di Stato sono ammessi gli alunni delle scuole statali e paritarie che ... siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale."
Giudizio positivo che significa ammettere all'esame anche con una o due insufficienze, purché il consiglio di classe giudichi complessivamente lo studente in modo positivo.
Per la maturità 2009 le cose potrebbero andare diversamente, perché lo schema di regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione prevede invece che "Gli alunni che, nello scrutinio finale, conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi sono ammessi all'esame di Stato."(Art. 6, comma 1)
Anche con un solo cinque, dunque, non si può essere ammessi all'esame.
Lo schema di regolamento ha esteso alla secondaria di II grado il dispositivo dei 6/10 in ciascuna disciplina per l'ammissione all'esame previsto dalla legge 169/2008 per gli esami della secondaria di I grado.
Molti dirigenti scolastici hanno intuito il pericolo e sono in allarme, perché, se tutto fosse approvato senza che nemmeno il Consiglio di Stato sollevi dubbi in merito, vi potrebbero essere moltissimi studenti non ammessi agli esami o, in alternativa, una generalizzazione del "sei politico" da parte dei consigli di classe.
http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=19509
C'è allarme in tutta Italia per i criteri di ammissione alla prossima maturità, dopo l'approvazione in prima lettura dello schema di regolamento sulla valutazione da parte del Consiglio dei ministri.
La legge sugli esami di Stato (n. 1/2007) prevede che "All'esame di Stato sono ammessi gli alunni delle scuole statali e paritarie che ... siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale."
Giudizio positivo che significa ammettere all'esame anche con una o due insufficienze, purché il consiglio di classe giudichi complessivamente lo studente in modo positivo.
Per la maturità 2009 le cose potrebbero andare diversamente, perché lo schema di regolamento per il coordinamento delle norme sulla valutazione prevede invece che "Gli alunni che, nello scrutinio finale, conseguono una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l'attribuzione di un unico voto secondo l'ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi sono ammessi all'esame di Stato."(Art. 6, comma 1)
Anche con un solo cinque, dunque, non si può essere ammessi all'esame.
Lo schema di regolamento ha esteso alla secondaria di II grado il dispositivo dei 6/10 in ciascuna disciplina per l'ammissione all'esame previsto dalla legge 169/2008 per gli esami della secondaria di I grado.
Molti dirigenti scolastici hanno intuito il pericolo e sono in allarme, perché, se tutto fosse approvato senza che nemmeno il Consiglio di Stato sollevi dubbi in merito, vi potrebbero essere moltissimi studenti non ammessi agli esami o, in alternativa, una generalizzazione del "sei politico" da parte dei consigli di classe.
http://www.tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=19509
Ospite- Ospite
Le riforme dell'ultima ora -un 5?: "non ammesso"
E' ormai vizio consolidato che chi presiede al ministero dell'istruzione cambi le regole all'ultimo istante.
Voglio, posso e comando.
Che ci vuole a far diventare un 5 un 6? (basta essere più larghi nelle valutazioni...)
Che ci vuole a far si che i 6 siano raggiunti automaticamente? (basta abbassare il livello delle richieste)
Come si può pretendere che improvvisamente tutti siano migliori: gli studenti studino, i docenti insegnino e i genitori sostengano gli uni e gli altri?
Per essere credibili e per rendere possibile un cambiamento questo deve essere "pensato", "condiviso" e soprattutto non improvvisato.
In caso contrario tutti perdono.
Voglio, posso e comando.
Che ci vuole a far diventare un 5 un 6? (basta essere più larghi nelle valutazioni...)
Che ci vuole a far si che i 6 siano raggiunti automaticamente? (basta abbassare il livello delle richieste)
Come si può pretendere che improvvisamente tutti siano migliori: gli studenti studino, i docenti insegnino e i genitori sostengano gli uni e gli altri?
Per essere credibili e per rendere possibile un cambiamento questo deve essere "pensato", "condiviso" e soprattutto non improvvisato.
In caso contrario tutti perdono.
Ammissione agli esami di stato - comunicato Diesse -
comunicato stampa diffuso da Diesse Lombardia
a commento del regolamento sulla valutazione approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 marzo u.s.
ESAMI DI STATO: RIGORE FUORI STAGIONE
“L’ammissione all’esame di Stato … è disposta …nei confronti dell’alunno che ha conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi”.
È quanto stabilisce il Regolamento sulla valutazione approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri il 13 marzo all’art. 3, comma 2, disciplinando l’ammissione all’esame finale del primo ciclo come previsto dall’art. 3 della legge 30 ottobre 2008, n. 169. La stessa prescrizione lo schema di egolamento la estende anche all’esame finale del II ciclo (art. 6, comma 1).
Questa disposizione applicativa, che arriva ormai a fine anno scolastico, è motivata dalla necessità di reintrodurre rigore in esami che da più anni vedono la quasi totalità degli studenti promossi al di là delle loro effettive conquiste formative.
L’associazione Diesse ha sempre sostenuto che le attuali prove finali sono gravemente inadeguate e debbono essere modificate per arrivare ad una reale certificazione delle competenze acquisite da ciascuno studente che consenta un corretto orientamento. Infatti, solo con il possesso dei prerequisiti di base necessari – conoscenze, competenze e abilità – gli studi successivi possonoessere frequentati con successo e senza quella grave dispersione che si verifica sia nella scuola superiore, sia nelle università.
È pertanto necessaria una vera e propria rivoluzione della prova finale, che però non può essere attuata frettolosamente e per via meramente amministrativa, senza un adeguato percorso preparatorio che accompagni l’allievo a rendere consapevolmente conto della propria maturazione e dei risultati conseguiti nelle singole discipline.
Pur condividendo pienamente l’esigenza di reintrodurre rigore nella scuola che la promuove, questa scelta appare intempestiva sia perché non possono essere cambiate così radicalmente le regole del gioco quando ormai la partita si avvia al secondo tempo, sia perché un cambiamento così radicale nella valutazione conclusiva dovrebbe essere ridiscusso già il prossimo anno, quando entreranno in vigore i nuovi regolamenti relativi ai percorsi scolastici secondari (liceali e tecnici).
Il ritardo con cui questo provvedimento arriva nelle scuole contribuirà a condizionare fortemente l’orientamento dei docenti nella fase valutativa finale; i voti lieviteranno in modo artificioso, con la conseguenza di essere ulteriormente svuotati di significato.
La valutazione rappresenta invece un elemento centrale della scuola, sia in funzione formativa che orientativa, e deve essere rigorosa; ma può esserlo solo se coerente con il percorso che si è chiesto di fare allo studente e con gli obiettivi che gli sono stati proposti.
Per questo chiediamo al Ministro - che ha già previsto un periodo più lungo di verifica dei regolamenti dei licei e degli istituti tecnici per poter realizzare finalmente un cambiamento efficace della scuola secondaria di II grado - di stralciare dal regolamento della valutazione la norma relativa all’ammissione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo e di affrontare il tema della valutazione nella secondaria di secondo grado coerentemente alle indicazioni di riforma contenute nei regolamenti che verranno emanati, per permettere una proposta chiara ed adeguata al contesto che la scuola secondaria superiore sarà chiamata ad assumere.
Milano, 20 marzo 09
a commento del regolamento sulla valutazione approvato dal Consiglio dei Ministri il 13 marzo u.s.
ESAMI DI STATO: RIGORE FUORI STAGIONE
“L’ammissione all’esame di Stato … è disposta …nei confronti dell’alunno che ha conseguito una votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline valutate con l’attribuzione di un unico voto secondo l’ordinamento vigente e un voto di comportamento non inferiore a sei decimi”.
È quanto stabilisce il Regolamento sulla valutazione approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri il 13 marzo all’art. 3, comma 2, disciplinando l’ammissione all’esame finale del primo ciclo come previsto dall’art. 3 della legge 30 ottobre 2008, n. 169. La stessa prescrizione lo schema di egolamento la estende anche all’esame finale del II ciclo (art. 6, comma 1).
Questa disposizione applicativa, che arriva ormai a fine anno scolastico, è motivata dalla necessità di reintrodurre rigore in esami che da più anni vedono la quasi totalità degli studenti promossi al di là delle loro effettive conquiste formative.
L’associazione Diesse ha sempre sostenuto che le attuali prove finali sono gravemente inadeguate e debbono essere modificate per arrivare ad una reale certificazione delle competenze acquisite da ciascuno studente che consenta un corretto orientamento. Infatti, solo con il possesso dei prerequisiti di base necessari – conoscenze, competenze e abilità – gli studi successivi possonoessere frequentati con successo e senza quella grave dispersione che si verifica sia nella scuola superiore, sia nelle università.
È pertanto necessaria una vera e propria rivoluzione della prova finale, che però non può essere attuata frettolosamente e per via meramente amministrativa, senza un adeguato percorso preparatorio che accompagni l’allievo a rendere consapevolmente conto della propria maturazione e dei risultati conseguiti nelle singole discipline.
Pur condividendo pienamente l’esigenza di reintrodurre rigore nella scuola che la promuove, questa scelta appare intempestiva sia perché non possono essere cambiate così radicalmente le regole del gioco quando ormai la partita si avvia al secondo tempo, sia perché un cambiamento così radicale nella valutazione conclusiva dovrebbe essere ridiscusso già il prossimo anno, quando entreranno in vigore i nuovi regolamenti relativi ai percorsi scolastici secondari (liceali e tecnici).
Il ritardo con cui questo provvedimento arriva nelle scuole contribuirà a condizionare fortemente l’orientamento dei docenti nella fase valutativa finale; i voti lieviteranno in modo artificioso, con la conseguenza di essere ulteriormente svuotati di significato.
La valutazione rappresenta invece un elemento centrale della scuola, sia in funzione formativa che orientativa, e deve essere rigorosa; ma può esserlo solo se coerente con il percorso che si è chiesto di fare allo studente e con gli obiettivi che gli sono stati proposti.
Per questo chiediamo al Ministro - che ha già previsto un periodo più lungo di verifica dei regolamenti dei licei e degli istituti tecnici per poter realizzare finalmente un cambiamento efficace della scuola secondaria di II grado - di stralciare dal regolamento della valutazione la norma relativa all’ammissione all’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo e di affrontare il tema della valutazione nella secondaria di secondo grado coerentemente alle indicazioni di riforma contenute nei regolamenti che verranno emanati, per permettere una proposta chiara ed adeguata al contesto che la scuola secondaria superiore sarà chiamata ad assumere.
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