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Studenti delle superiori insoddisfatti delle loro scelte
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Studenti delle superiori insoddisfatti delle loro scelte
Quasi uno su 2 cambierebbe la scuola
bologna
Secondo i dati raccolti da Almadiploma su 246 istituti italiani molti degli studenti delle superiori non sono soddisfatti delle loro scelte. I risultati della ricerca sono stati presentati a Bologna in occasione del convegno nazionale "Efficacia dell'istruzione e orientamento dei diplomati". Ne emergono anche diplomati ancora pesantemente condizionati dal contesto socio-culturale di origine e che, se scelgono di entrare direttamente al mondo del lavoro, faticano a trovare spazi.
«I dati sull'insoddisfazione - ha detto il sottosegretario all'Istruzione, Elena Ugolini, a margine del convegno - più che un problema di orientamento riguardano il tipo di proposte e esperienze fatte degli studenti sui banchi di scuola. Dobbiamo lavorare per migliorare il livello della preparazione per il mondo del lavoro e per l'università. La crisi può essere l'occasione per mettere a sistema le forze migliori del paese e valorizzare il mondo della scuola».
La fotografia dei diplomati 2011 mostra studenti che escono con un voto medio di 76. Soddisfatti della scuola (32% decisamente e 54% moderatamente) e in particolare dei docenti (giudizio positivo da 86 ragazzi su 100). Meno delle aule (53%) e dei laboratori (57%). Comunque, cambierebbero nel 46% la loro scelta: principalmente (39%) perché avrebbero voluto studiare altre materie, poi perché vorrebbero essere meglio preparati al mondo del lavoro (25%) o all'università (15%).
Ancora fortissima la correlazione tra iscrizione all'università e presenza di laureati in famiglia: proseguono gli studi, infatti, l'83% dei diplomati con almeno un genitore con alto titolo di studio. Una quota che precipita al 49% tra i figli di genitori con un titolo di scuola dell'obbligo e al 27% tra quelli con genitori con licenza elementare. Una differenza socioculturale che riproduce quella di accesso ai licei classici e scientifici dove gli studenti provenienti dalla classe operaia sono ancora sottorappresentati.
A un anno dal diploma, è disoccupato il 33% dei diplomati. Un numero che sale al 40 tra quelli usciti dai professionali. Dato, questo, che si scontra con la diffusione degli stage svolti nel 95% dei professionali e nel 60% dei tecnici e giudicati largamente positivi dagli studenti.
«Andreas Schleicher - ha ricordato il direttore di AlmaLaurea, Andrea Cammelli - responsabile della divisione indicatori e analisi, direzione istruzione dell'Ocse, ha detto che i sistemi di istruzione devono preparare per lavori che non sono stati ancora creati, per problemi che ancora non sappiamo che nasceranno».
critica garbata ad un orientamento finalizzato a rispondere rigidamente alla domanda di lavoro, «anche perché mi domando se in Italia ci sia un solo dirigente che sappia quale professionalità serviranno tra cinque anni che è il tempo che un ragazzo ci mette a diplomarsi o a laurearsi».
Ma scuola a parte, come passano il tempo libero gli studenti? Il 65% ha più o meno occasionalmente lavorato. Un po' meno (61) quelli che durante le superiori hanno fatto sport. Il 15% ha fatto del volontariato. Il 60% frequenta quotidianamente i social network. Senza differenze di rilievo tra istituti professionali e licei
lastampa
bologna
Secondo i dati raccolti da Almadiploma su 246 istituti italiani molti degli studenti delle superiori non sono soddisfatti delle loro scelte. I risultati della ricerca sono stati presentati a Bologna in occasione del convegno nazionale "Efficacia dell'istruzione e orientamento dei diplomati". Ne emergono anche diplomati ancora pesantemente condizionati dal contesto socio-culturale di origine e che, se scelgono di entrare direttamente al mondo del lavoro, faticano a trovare spazi.
«I dati sull'insoddisfazione - ha detto il sottosegretario all'Istruzione, Elena Ugolini, a margine del convegno - più che un problema di orientamento riguardano il tipo di proposte e esperienze fatte degli studenti sui banchi di scuola. Dobbiamo lavorare per migliorare il livello della preparazione per il mondo del lavoro e per l'università. La crisi può essere l'occasione per mettere a sistema le forze migliori del paese e valorizzare il mondo della scuola».
La fotografia dei diplomati 2011 mostra studenti che escono con un voto medio di 76. Soddisfatti della scuola (32% decisamente e 54% moderatamente) e in particolare dei docenti (giudizio positivo da 86 ragazzi su 100). Meno delle aule (53%) e dei laboratori (57%). Comunque, cambierebbero nel 46% la loro scelta: principalmente (39%) perché avrebbero voluto studiare altre materie, poi perché vorrebbero essere meglio preparati al mondo del lavoro (25%) o all'università (15%).
Ancora fortissima la correlazione tra iscrizione all'università e presenza di laureati in famiglia: proseguono gli studi, infatti, l'83% dei diplomati con almeno un genitore con alto titolo di studio. Una quota che precipita al 49% tra i figli di genitori con un titolo di scuola dell'obbligo e al 27% tra quelli con genitori con licenza elementare. Una differenza socioculturale che riproduce quella di accesso ai licei classici e scientifici dove gli studenti provenienti dalla classe operaia sono ancora sottorappresentati.
A un anno dal diploma, è disoccupato il 33% dei diplomati. Un numero che sale al 40 tra quelli usciti dai professionali. Dato, questo, che si scontra con la diffusione degli stage svolti nel 95% dei professionali e nel 60% dei tecnici e giudicati largamente positivi dagli studenti.
«Andreas Schleicher - ha ricordato il direttore di AlmaLaurea, Andrea Cammelli - responsabile della divisione indicatori e analisi, direzione istruzione dell'Ocse, ha detto che i sistemi di istruzione devono preparare per lavori che non sono stati ancora creati, per problemi che ancora non sappiamo che nasceranno».
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Ma scuola a parte, come passano il tempo libero gli studenti? Il 65% ha più o meno occasionalmente lavorato. Un po' meno (61) quelli che durante le superiori hanno fatto sport. Il 15% ha fatto del volontariato. Il 60% frequenta quotidianamente i social network. Senza differenze di rilievo tra istituti professionali e licei
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