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Al via i corsi di recupero ma i fondi scarseggiano
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Al via i corsi di recupero ma i fondi scarseggiano
Il rischio è vedere attivate full immersion estive per meno 10 ore
La maturità volge al termine, ma alle superiori nel mese di luglio si continuerà a fare lezioni: nei prossimi giorni la maggior parte degli istituti attiverà i corsi estivi di recupero cui sono interessati almeno uno studente su tre, a cui il consiglio di classe di fine anno ha deciso di 'congelare' il giudizio assegnando loro uno o più debiti formativi.
Se da una parte si conferma la ritrosia degli studenti nei confronti di materie storicamente ostiche, come le lingue straniere e la matematica, che continuano ad essere quelle maggiormente scrutinate come insufficienti, dal ministero dell'Istruzione non giungono notizie certe sull'entità dei fondi a disposizione per pagare gli insegnanti: l'unica certezza è che, come previsto dal contratto collettivo nazionale, per ogni ora di lezione dovranno percepire la non modica cifra di 50 euro.
Sul totale dei fondi che ogni istituto si vedrà assegnato, invece, alcuni sindacati sostengono che in soli quattro anni si sono a dir poco sgonfiati. La Flc-Cgil, in particolare, sottolinea che il Miur «starebbe per inviare 27 milioni di euro per i corsi di recupero estivi. Una somma assolutamente irrisoria rispetto all'effettivo fabbisogno delle scuole. Un taglio a dir poco scandaloso se si considera che l'anno scorso le scuole avevano ricevuto 45 milioni di euro e l'anno prima 53 milioni. Nell'a.s. 2007/2008 addirittura i finanziamenti erogati, in applicazione delle nuove norme relative al recupero dei debiti formativi, erano stati - conclude il sindacato - di circa 210 milioni di euro».
Per il sindacato di Pantaleo si tratterebbe quindi, dell'ennesima dimostrazione di «riduzione dei finanziamenti» da parte del ministero dell'Istruzione e di un sensibile peggioramento della «tempistica dell'erogazione», poiché ai docenti i soldi giungono con sempre maggiore ritardo.
Il rischio concreto è quindi quello di vedere attivati corsi intensivi per meno di dieci ore. Oppure che le scuole facciano una scelta, non attivando i recuperi per materie ritenute meno importanti. Sempre, poi, che gli studenti, obbligati a frequentare lezioni estive sulle materie indicate ma non necessariamente a scuola, decidano di frequentarli.
In ogni caso, a fine corso la scuola convocherà gli alunni per verificare se avranno effettivamente colmato le lacune segnalate con una scheda ad hoc inviata a casa loro a metà giugno: subito dopo, comunque prima dell'avvio del nuovo anno scolastico, il consiglio di classe si riunirà di nuovo. Nove volte su dieci per sancire la promozione.
lastampa.it
La maturità volge al termine, ma alle superiori nel mese di luglio si continuerà a fare lezioni: nei prossimi giorni la maggior parte degli istituti attiverà i corsi estivi di recupero cui sono interessati almeno uno studente su tre, a cui il consiglio di classe di fine anno ha deciso di 'congelare' il giudizio assegnando loro uno o più debiti formativi.
Se da una parte si conferma la ritrosia degli studenti nei confronti di materie storicamente ostiche, come le lingue straniere e la matematica, che continuano ad essere quelle maggiormente scrutinate come insufficienti, dal ministero dell'Istruzione non giungono notizie certe sull'entità dei fondi a disposizione per pagare gli insegnanti: l'unica certezza è che, come previsto dal contratto collettivo nazionale, per ogni ora di lezione dovranno percepire la non modica cifra di 50 euro.
Sul totale dei fondi che ogni istituto si vedrà assegnato, invece, alcuni sindacati sostengono che in soli quattro anni si sono a dir poco sgonfiati. La Flc-Cgil, in particolare, sottolinea che il Miur «starebbe per inviare 27 milioni di euro per i corsi di recupero estivi. Una somma assolutamente irrisoria rispetto all'effettivo fabbisogno delle scuole. Un taglio a dir poco scandaloso se si considera che l'anno scorso le scuole avevano ricevuto 45 milioni di euro e l'anno prima 53 milioni. Nell'a.s. 2007/2008 addirittura i finanziamenti erogati, in applicazione delle nuove norme relative al recupero dei debiti formativi, erano stati - conclude il sindacato - di circa 210 milioni di euro».
Per il sindacato di Pantaleo si tratterebbe quindi, dell'ennesima dimostrazione di «riduzione dei finanziamenti» da parte del ministero dell'Istruzione e di un sensibile peggioramento della «tempistica dell'erogazione», poiché ai docenti i soldi giungono con sempre maggiore ritardo.
Il rischio concreto è quindi quello di vedere attivati corsi intensivi per meno di dieci ore. Oppure che le scuole facciano una scelta, non attivando i recuperi per materie ritenute meno importanti. Sempre, poi, che gli studenti, obbligati a frequentare lezioni estive sulle materie indicate ma non necessariamente a scuola, decidano di frequentarli.
In ogni caso, a fine corso la scuola convocherà gli alunni per verificare se avranno effettivamente colmato le lacune segnalate con una scheda ad hoc inviata a casa loro a metà giugno: subito dopo, comunque prima dell'avvio del nuovo anno scolastico, il consiglio di classe si riunirà di nuovo. Nove volte su dieci per sancire la promozione.
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