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Maturità, un decalogo per i genitori
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Maturità, un decalogo per i genitori
Il pediatra "Non siano iperprotettivi ma vicini nel momento del bisogno"
Via libera a Facebook e ai social network, all’uso dei telefonini e ai gruppi di studio con gli amici. No, invece, a orari forzati per andare a letto e a milioni di spiegazioni e inutili consigli «capaci solo di accendere l’ansia». A stilare il decalogo per i genitori dei maturandi, alle prese con il delicato momento della preparazione, è il pediatra di Milano Italo Farnetani.
«L’esame di maturità è un momento importante per lo sviluppo della persona, ecco perché i genitori non devono essere iperprotettivi ma lasciare la giusta autonomia ai figli, assicurando comunque sostegno e vicinanza», spiega il pediatra all’Adnkronos Salute.
Ecco dunque come comportarsi per non essere troppo invadenti e rischiare, così, di alimentare preoccupazioni e timori nei propri figli:
1) È bene dare ai propri figli solo i consigli fondamentali, spiegando bene le cose senza ripetersi. «Insomma, non bisogna trasformarsi in dischi rotti: basta essere chiari per risultare efficaci».
2) Aiutare i ragazzi «solo su richiesta», senza precipitarsi a fare ricerche e approfondimenti al minimo cenno. «I maturandi devono fare da soli e non ritrovarsi il lavoro pronto: li aiuta a crescere».
3) Mai lasciare troppo a lungo i ragazzi soli in casa a studiare. «È bene che ci sia qualcuno, anche un nonno, pronto a fare due chiacchiere, a preparare una merenda, a offrire un conforto».
4) Via libera a telefonate e messaggini. «Non è tempo rubato allo studio, ma un modo per scaricarsi e per mantenere i contatti con i coetanei», spiega il pediatra.
5) Il pc deve essere usato non solo per ricerche e approfondimenti. «Facebook e i social network sono utili per evitare che il periodo della preparazione si trasformi in un momento eccezionale e di isolamento per i ragazzi», dice Farnetani.
6) Non insistere per far mangiare gli studenti. «Meglio proporre i piatti preferiti, ma se non ha fame non è il caso di farne un dramma».
7) «Non insistere sui vestiti e sull’abbigliamento da adottare per paura di tosse e raffreddore. Neanche all’esame: il ragazzo deve scegliere abiti che gli piacciono e lo fanno sentire a proprio agio».
Non mandare a letto troppo presto i maturandi. «In questo modo si rigirerebbero nel letto “ruminando” idee ansiogene. Meglio che vadano a dormire un po’ più tardi, quando sono davvero stanchi: crolleranno più facilmente nel mondo dei sogni», assicura il pediatra.
9) Suggerire ai ragazzi di invitare gli amici e proporre pomeriggi di studio di gruppo, «per allentare la tensione e scongiurare il rischio isolamento».
10) Infine, «vietato accompagnare lo studente alle prove di maturità: non è più un bambino e non deve essere trattato come tali», conclude Farnetani.
lastampa
Via libera a Facebook e ai social network, all’uso dei telefonini e ai gruppi di studio con gli amici. No, invece, a orari forzati per andare a letto e a milioni di spiegazioni e inutili consigli «capaci solo di accendere l’ansia». A stilare il decalogo per i genitori dei maturandi, alle prese con il delicato momento della preparazione, è il pediatra di Milano Italo Farnetani.
«L’esame di maturità è un momento importante per lo sviluppo della persona, ecco perché i genitori non devono essere iperprotettivi ma lasciare la giusta autonomia ai figli, assicurando comunque sostegno e vicinanza», spiega il pediatra all’Adnkronos Salute.
Ecco dunque come comportarsi per non essere troppo invadenti e rischiare, così, di alimentare preoccupazioni e timori nei propri figli:
1) È bene dare ai propri figli solo i consigli fondamentali, spiegando bene le cose senza ripetersi. «Insomma, non bisogna trasformarsi in dischi rotti: basta essere chiari per risultare efficaci».
2) Aiutare i ragazzi «solo su richiesta», senza precipitarsi a fare ricerche e approfondimenti al minimo cenno. «I maturandi devono fare da soli e non ritrovarsi il lavoro pronto: li aiuta a crescere».
3) Mai lasciare troppo a lungo i ragazzi soli in casa a studiare. «È bene che ci sia qualcuno, anche un nonno, pronto a fare due chiacchiere, a preparare una merenda, a offrire un conforto».
4) Via libera a telefonate e messaggini. «Non è tempo rubato allo studio, ma un modo per scaricarsi e per mantenere i contatti con i coetanei», spiega il pediatra.
5) Il pc deve essere usato non solo per ricerche e approfondimenti. «Facebook e i social network sono utili per evitare che il periodo della preparazione si trasformi in un momento eccezionale e di isolamento per i ragazzi», dice Farnetani.
6) Non insistere per far mangiare gli studenti. «Meglio proporre i piatti preferiti, ma se non ha fame non è il caso di farne un dramma».
7) «Non insistere sui vestiti e sull’abbigliamento da adottare per paura di tosse e raffreddore. Neanche all’esame: il ragazzo deve scegliere abiti che gli piacciono e lo fanno sentire a proprio agio».
Non mandare a letto troppo presto i maturandi. «In questo modo si rigirerebbero nel letto “ruminando” idee ansiogene. Meglio che vadano a dormire un po’ più tardi, quando sono davvero stanchi: crolleranno più facilmente nel mondo dei sogni», assicura il pediatra.
9) Suggerire ai ragazzi di invitare gli amici e proporre pomeriggi di studio di gruppo, «per allentare la tensione e scongiurare il rischio isolamento».
10) Infine, «vietato accompagnare lo studente alle prove di maturità: non è più un bambino e non deve essere trattato come tali», conclude Farnetani.
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Gilberto Carron- Numero di messaggi : 518
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