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Nuovi programmi per l'insegnamento della religione cattolica
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Nuovi programmi per l'insegnamento della religione cattolica
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l'Istruzione
Roma, 3 agosto 2010
Oggetto: Indicazioni per l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole secondarie superiori.
In relazione al riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, che troverà attuazione dal 1 settembre prossimo, la Conferenza episcopale italiana ha fatto pervenire a questo Ministero una proposta di indicazioni didattiche per l'insegnamento della religione cattolica nelle suddette scuole secondarie superiori allo scopo di aggiornare le precedenti indicazioni ed i programmi di insegnamento vigenti.
Tenuto conto che tali indicazioni si collocano nel quadro delle finalità della scuola, si ritiene di poterne accogliere il contenuto e lo si trasmette in allegato alle scuole affinché dall'anno scolastico 2010-11 il documento sia adottato a titolo provvisorio per l'insegnamento della religione cattolica a partire dalle classi prime dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, in attesa che una versione definitiva sia emanata secondo le modalità previste dal DPR 16-12-1985, n. 751, previa intesa tra le competenti autorità scolastica ed ecclesiastica.
IL MINISTRO
F.to Mariastella Gelmini
Indicazioni sperimentali[left]
Dipartimento per l'Istruzione
Roma, 3 agosto 2010
Oggetto: Indicazioni per l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole secondarie superiori.
In relazione al riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, che troverà attuazione dal 1 settembre prossimo, la Conferenza episcopale italiana ha fatto pervenire a questo Ministero una proposta di indicazioni didattiche per l'insegnamento della religione cattolica nelle suddette scuole secondarie superiori allo scopo di aggiornare le precedenti indicazioni ed i programmi di insegnamento vigenti.
Tenuto conto che tali indicazioni si collocano nel quadro delle finalità della scuola, si ritiene di poterne accogliere il contenuto e lo si trasmette in allegato alle scuole affinché dall'anno scolastico 2010-11 il documento sia adottato a titolo provvisorio per l'insegnamento della religione cattolica a partire dalle classi prime dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, in attesa che una versione definitiva sia emanata secondo le modalità previste dal DPR 16-12-1985, n. 751, previa intesa tra le competenti autorità scolastica ed ecclesiastica.
IL MINISTRO
F.to Mariastella Gelmini
Indicazioni sperimentali[left]
Almeno qualche spicciolo, del suo, a Cesare
Bentornati a tutti,
qualche osservazione libera e ludica, in ordine sparso, sull’argomento proposto:
1) Pur avendo le mie idee (è vero che ho aderito al movimento CNAELP - crocifissi nelle aule e luoghi pubblici – ma avevo capito male e sono stato espulso dopo pochissimo tempo perché secondo me dovevano restare appesi solo a memento della “crocifissione teologica” che le varie chiese cristiane hanno operato sulla purezza del messaggio originario) non ho nulla da obiettare sullo stato attuale della questione: chi vuole liberamente avvalersi dell’ora di religione lo fa, chi no no, può fare taglio e cucito o scivolare nei corridoi del liceo con le pattine (non ho mai capito cosa si faccia veramente, forse si esce l’ora prima).
Credo serva, l’ora di religione cattolica, a migliore comprensione della realtà in cui comunque sei immerso e in cui devi crescere in tutti i sensi.
Se conosci o conoscerai bene Socrate o Seneca l’ultimo rischio è che un Don Pino (nome di fantasia, puramente esemplificativo) possa indottrinarti in qualche modo forzato.
2) Quello che piuttosto non comprendo è: se molti nel fronte cattolico, certamente la parte più vitale, chiede su tutto e continuamente “sussidiarietà” in luogo di Stato, perché proprio la cosa centrale, l’insegnamento religioso, non può allo stesso modo essere delegata alle famiglie?
E’ una forma di garanzia, il cui desiderio dimostra paura.
3) Rispettosamente parlando e in regime di libera opinione ogni scritto della CEI mi fa venire in mente un grande articolo di Pasolini negli Scritti Corsari (“Vuoto di carità, vuoto di cultura: un linguaggio senza origini”) dedicato alla sintassi di alcune sentenze della Sacra Rota.
Sulle indicazioni in allegato, sempre che sia la versione originale della CEI:
- che senso ha dividere conoscenze e abilità in due bienni e in un ultimo anno quando è chiaro in premessa che stai parlando di un “altro”, cioè l’approfondimento della sfera religiosa? sappiamo bene che le leggi che governano tale sfera sono assolutamente particolari, così come il suo fiorire e crescere…; casomai si tratta di porre sotto un cristallo per così dire “religioso” il proprio crescente apprendere…
- visto il contesto, le finalità, l’attinenza con la dimensione trascendente, non sarebbe meglio evitare un brutto acronimo come Irc per l’insegnamento di cui si parla? Direte che è poco importante ma io leggo, in un piccolo segno, proprio l’impossibilità della Chiesa di oggi a trattare i temi che dovrebbe (morte, resurrezione, mondo che verrà, anima e corpo: avete mai provato a chiedere qualcosa in questo senso al parroco di fiducia? dopo bisogna mettersi a guardare un film di fantascienza per riprendersi) ed è anche per questo che si affanna a contaminarsi con la vita politica e sociale corrente; evidentemente le parole del fondatore sulla divisione tra Cesare e Dio (anche quelle sullo scandalo dei piccoli, stando almeno alle cronache, sembrano non essere state meditate a sufficienza da alcuni membri dell'Istituzione) non contano; propongo di sostituire Irc con "Vangelo" (mi pare contenga anche ciò che lo precede e sia l'essenziale, o no?;
-per gli istituti tecnici l’Irc si colloca “…nell’area di istruzione generale, arricchendo la preparazione di base e lo sviluppo degli assi culturali attraverso una peculiare opzione epistemologica per l’interpretazione e la valutazione critica della realtà…”
quale sarebbe, la “peculiare opzione epistemologica” riferita agli istituti tecnici?
è proprio lì – poiché è indubbio che agli studenti dei licei vengano messi in mano TUTTI gli strumenti possibili per la propria autodeterminazione in senso anche religioso - che l’attenzione dovrebbe essere più alta.
avete mai visto un istituto tecnico prima dell’entrata al mattino? una metà è extracomunitaria e una congrua percentuale vive probabilmente una vita difficile in senso familiare e sotto ogni riguardo.
a me sta bene che si risolva il problema con la “peculiare opzione epistemologica” ma almeno ditemi cos’ è.
- last e per mia non conoscenza del dato: chi sceglie gli insegnanti di religione? la curia arcivescovile e il preside approva? viceversa? può un preside porre veti nel primo caso? chi decide che gli insegnanti vadano cambiati? qui l’argomento è importante perché sento genitori lamentarsi del professore di qui di quello di là, l’hanno mandato via altre volte ecc. e su quell’ora di religione, un’ora sola ma delicata, cosa ne sappiamo?
un saluto umile e rispettoso a tutti
AM
qualche osservazione libera e ludica, in ordine sparso, sull’argomento proposto:
1) Pur avendo le mie idee (è vero che ho aderito al movimento CNAELP - crocifissi nelle aule e luoghi pubblici – ma avevo capito male e sono stato espulso dopo pochissimo tempo perché secondo me dovevano restare appesi solo a memento della “crocifissione teologica” che le varie chiese cristiane hanno operato sulla purezza del messaggio originario) non ho nulla da obiettare sullo stato attuale della questione: chi vuole liberamente avvalersi dell’ora di religione lo fa, chi no no, può fare taglio e cucito o scivolare nei corridoi del liceo con le pattine (non ho mai capito cosa si faccia veramente, forse si esce l’ora prima).
Credo serva, l’ora di religione cattolica, a migliore comprensione della realtà in cui comunque sei immerso e in cui devi crescere in tutti i sensi.
Se conosci o conoscerai bene Socrate o Seneca l’ultimo rischio è che un Don Pino (nome di fantasia, puramente esemplificativo) possa indottrinarti in qualche modo forzato.
2) Quello che piuttosto non comprendo è: se molti nel fronte cattolico, certamente la parte più vitale, chiede su tutto e continuamente “sussidiarietà” in luogo di Stato, perché proprio la cosa centrale, l’insegnamento religioso, non può allo stesso modo essere delegata alle famiglie?
E’ una forma di garanzia, il cui desiderio dimostra paura.
3) Rispettosamente parlando e in regime di libera opinione ogni scritto della CEI mi fa venire in mente un grande articolo di Pasolini negli Scritti Corsari (“Vuoto di carità, vuoto di cultura: un linguaggio senza origini”) dedicato alla sintassi di alcune sentenze della Sacra Rota.
Sulle indicazioni in allegato, sempre che sia la versione originale della CEI:
- che senso ha dividere conoscenze e abilità in due bienni e in un ultimo anno quando è chiaro in premessa che stai parlando di un “altro”, cioè l’approfondimento della sfera religiosa? sappiamo bene che le leggi che governano tale sfera sono assolutamente particolari, così come il suo fiorire e crescere…; casomai si tratta di porre sotto un cristallo per così dire “religioso” il proprio crescente apprendere…
- visto il contesto, le finalità, l’attinenza con la dimensione trascendente, non sarebbe meglio evitare un brutto acronimo come Irc per l’insegnamento di cui si parla? Direte che è poco importante ma io leggo, in un piccolo segno, proprio l’impossibilità della Chiesa di oggi a trattare i temi che dovrebbe (morte, resurrezione, mondo che verrà, anima e corpo: avete mai provato a chiedere qualcosa in questo senso al parroco di fiducia? dopo bisogna mettersi a guardare un film di fantascienza per riprendersi) ed è anche per questo che si affanna a contaminarsi con la vita politica e sociale corrente; evidentemente le parole del fondatore sulla divisione tra Cesare e Dio (anche quelle sullo scandalo dei piccoli, stando almeno alle cronache, sembrano non essere state meditate a sufficienza da alcuni membri dell'Istituzione) non contano; propongo di sostituire Irc con "Vangelo" (mi pare contenga anche ciò che lo precede e sia l'essenziale, o no?;
-per gli istituti tecnici l’Irc si colloca “…nell’area di istruzione generale, arricchendo la preparazione di base e lo sviluppo degli assi culturali attraverso una peculiare opzione epistemologica per l’interpretazione e la valutazione critica della realtà…”
quale sarebbe, la “peculiare opzione epistemologica” riferita agli istituti tecnici?
è proprio lì – poiché è indubbio che agli studenti dei licei vengano messi in mano TUTTI gli strumenti possibili per la propria autodeterminazione in senso anche religioso - che l’attenzione dovrebbe essere più alta.
avete mai visto un istituto tecnico prima dell’entrata al mattino? una metà è extracomunitaria e una congrua percentuale vive probabilmente una vita difficile in senso familiare e sotto ogni riguardo.
a me sta bene che si risolva il problema con la “peculiare opzione epistemologica” ma almeno ditemi cos’ è.
- last e per mia non conoscenza del dato: chi sceglie gli insegnanti di religione? la curia arcivescovile e il preside approva? viceversa? può un preside porre veti nel primo caso? chi decide che gli insegnanti vadano cambiati? qui l’argomento è importante perché sento genitori lamentarsi del professore di qui di quello di là, l’hanno mandato via altre volte ecc. e su quell’ora di religione, un’ora sola ma delicata, cosa ne sappiamo?
un saluto umile e rispettoso a tutti
AM
arno mandelbaum- Numero di messaggi : 71
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