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Assenze per occupazioni, un rebus per insegnanti, presidi e studenti
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Assenze per occupazioni, un rebus per insegnanti, presidi e studenti
Il Regolamento sulla valutazione limita a 50 il numero dei giorni in cui non si va a scuola. Pena la bocciatura. Ma non è chiaro se vanno calcolati quelli persi a causa delle proteste (già almeno una quindicina). E il ministero non chiarisce
E ora sulla protesta studentesca cala l'incubo della bocciatura per troppe assenze. Le occupazioni scolastiche di questi giorni mettono a nudo i "buchi" della norma, entrata in vigore proprio quest'anno, che limita il numero di assenze alle superiori. Dei 50 giorni di assenza disponibili, per le occupazioni studentesche se ne sono andati almeno una quindicina. E già, senza precise direttive da parte del ministero, si prefigura il "fai da te" da parte delle scuole: in alcuni istituti le assenze saranno conteggiate, in altri il periodo dell'occupazione non inciderà sulle assenze complessive.
Eppure la norma contenuta nel Regolamento sulla valutazione, oltre ad essere di carattere nazionale, è tassativa.
"Per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente - recita il decreto del giugno 2009 - è richiesta la frequenza dell'orario annuale personalizzato". Che, per semplificare i conteggi, vengono assimilati in 50 giorni, visto che per essere valido l'anno scolastico deve avere almeno 200 giorni di lezione. Ma cos'è "l'orario scolastico personalizzato"? Si riferisce al monte ore annuale complessivo o a quello delle singole materie? E se un ragazzo ha saltato un terzo delle ore di lezione di una qualsiasi materia, ma nel complesso le sue assenze non superano un quarto delle lezioni, sarà inesorabilmente bocciato?
E ancora. Le assenze per l'occupazione sono da conteggiare in ogni caso? O c'è qualche scappatoia? E perché dovrebbero essere computate anche
nei confronti di quegli studenti che, se la scuola fosse stata libera, avrebbero frequentato le lezioni? Le deroghe per motivi "eccezionali" che le scuole possono deliberare sul limite delle 50 assenze possono contemplare anche il caso delle occupazioni? Ecco alcune delle domande che si pongono in questi giorni presidi, professori e studenti. Anche perché non è detto che la protesta studentesca sia arrivata al capolinea e mancano ancora sei mesi di scuola.
A Palermo, alcuni giorni fa, 13 presidi si sono espressi in maniera chiara: le assenze per l'occupazione conteranno tutte. E in un caso, al rientro in classe dopo l'agitazione il capo d'istituto ha preteso da tutti gli alunni (1.800 circa) il certificato medico. Ma i ragazzi che continuano ad occupare, per tutta risposta, sfidano i loro presidi: "Bocciateci tutti", rispondono alla linea dura. In Italia sono ancora parecchie le scuole occupate e le manifestazioni continueranno almeno fino al 14 dicembre (giorno in cui la Camera voterà la fiducia al governo Berlusconi) o fino a quando la riforma dell'università farà il suo passaggio al Senato per il voto finale.
Intanto, tutti si aspettano una circolare chiarificatrice da parte del ministero che risolva alcuni dei quesiti che assillano professori e capi d'istituto. Mentre, da parte di tutti coloro che dovessero incappare nella bocciatura automatica per eccesso di assenze si prevede una valanga di ricorsi. Anche perché la norma, a settembre, è entrata in vigore senza che famiglie e studenti fossero a conoscenza delle modalità di applicazione. E neppure le singole scuole, nella maggior parte dei casi, hanno ancora deliberato in tal senso comunicando in anticipo ad alunni e genitori il regolamento sulle assenze.
SALVO INTRAVAIA
E ora sulla protesta studentesca cala l'incubo della bocciatura per troppe assenze. Le occupazioni scolastiche di questi giorni mettono a nudo i "buchi" della norma, entrata in vigore proprio quest'anno, che limita il numero di assenze alle superiori. Dei 50 giorni di assenza disponibili, per le occupazioni studentesche se ne sono andati almeno una quindicina. E già, senza precise direttive da parte del ministero, si prefigura il "fai da te" da parte delle scuole: in alcuni istituti le assenze saranno conteggiate, in altri il periodo dell'occupazione non inciderà sulle assenze complessive.
Eppure la norma contenuta nel Regolamento sulla valutazione, oltre ad essere di carattere nazionale, è tassativa.
"Per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente - recita il decreto del giugno 2009 - è richiesta la frequenza dell'orario annuale personalizzato". Che, per semplificare i conteggi, vengono assimilati in 50 giorni, visto che per essere valido l'anno scolastico deve avere almeno 200 giorni di lezione. Ma cos'è "l'orario scolastico personalizzato"? Si riferisce al monte ore annuale complessivo o a quello delle singole materie? E se un ragazzo ha saltato un terzo delle ore di lezione di una qualsiasi materia, ma nel complesso le sue assenze non superano un quarto delle lezioni, sarà inesorabilmente bocciato?
E ancora. Le assenze per l'occupazione sono da conteggiare in ogni caso? O c'è qualche scappatoia? E perché dovrebbero essere computate anche
nei confronti di quegli studenti che, se la scuola fosse stata libera, avrebbero frequentato le lezioni? Le deroghe per motivi "eccezionali" che le scuole possono deliberare sul limite delle 50 assenze possono contemplare anche il caso delle occupazioni? Ecco alcune delle domande che si pongono in questi giorni presidi, professori e studenti. Anche perché non è detto che la protesta studentesca sia arrivata al capolinea e mancano ancora sei mesi di scuola.
A Palermo, alcuni giorni fa, 13 presidi si sono espressi in maniera chiara: le assenze per l'occupazione conteranno tutte. E in un caso, al rientro in classe dopo l'agitazione il capo d'istituto ha preteso da tutti gli alunni (1.800 circa) il certificato medico. Ma i ragazzi che continuano ad occupare, per tutta risposta, sfidano i loro presidi: "Bocciateci tutti", rispondono alla linea dura. In Italia sono ancora parecchie le scuole occupate e le manifestazioni continueranno almeno fino al 14 dicembre (giorno in cui la Camera voterà la fiducia al governo Berlusconi) o fino a quando la riforma dell'università farà il suo passaggio al Senato per il voto finale.
Intanto, tutti si aspettano una circolare chiarificatrice da parte del ministero che risolva alcuni dei quesiti che assillano professori e capi d'istituto. Mentre, da parte di tutti coloro che dovessero incappare nella bocciatura automatica per eccesso di assenze si prevede una valanga di ricorsi. Anche perché la norma, a settembre, è entrata in vigore senza che famiglie e studenti fossero a conoscenza delle modalità di applicazione. E neppure le singole scuole, nella maggior parte dei casi, hanno ancora deliberato in tal senso comunicando in anticipo ad alunni e genitori il regolamento sulle assenze.
SALVO INTRAVAIA
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