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Messaggio  007 Gio Set 17, 2009 8:04 pm

Corriere della Sera

Confidenze online, la trappola Facebook

Il presidente Usa agli studenti: attenti a cosa mettete in Rete, resta per sempre!


MILANO - Vuoi diventare anche tu presidente degli Stati Uniti? Occhio a quello che metti in rete, perché un giorno potrebbe essere usato contro di te. Un consiglio da non prendere sottogamba visto che viene da mr President in persona. Durante un dibattito con un gruppo di studenti di 14 e 15 anni, un ragazzino ha chiesto a Barack Obama qualche dritta per conquistare la Casa Bianca. La regola numero uno, si è sentito rispondere, è avere una reputazione (almeno virtuale) immacolata: «Prima di tutto vorrei che faceste attenzione a quello che pubblicate su Facebook - ha detto il presidente -, perché nell' era di YouTube qualunque cosa facciate potrà essere ritirata fuori più avanti nella vostra vita». Una raccomandazione che ha il sapore di una confessione: Obama ha parlato infatti di diversi errori da lui commessi quando ancora frequentava la scuola. Ha sorvolato sui dettagli, ma probabilmente pensava alle volte in cui, come lui stesso ha ammesso, gli è capitato di fare uso di droghe (e la foto di un Barack studente alle prese con una sigaretta di marijuana non avrebbe certo rafforzato la sua campagna elettorale). «Quando si è giovani si fanno stupidaggini - ha continuato Obama -: ho sentito che parecchie persone pubblicano cose private sui social network, poi fanno domanda per un lavoro e qualcuno va a fare una ricerca su di loro». Non è certo una novità il fatto che oggi sia sempre più facile trovare un impiego (o perderlo) grazie a ciò che si racconta di sé in rete. Secondo l' ultima ricerca pubblicata da careerbuilding.com, la più importante agenzia americana di offerte online di lavoro, il 45 per cento dei manager che deve assumere personale si informa via web sul profilo, professionale e non, del candidato...
I siti preferiti per passare al setaccio i futuri impiegati? In testa, con il 26% delle preferenze, c' è naturalmente Facebook (250 milioni di utenti nel mondo), seguito da LinkedIn con il 26%, MySpace (21%) e Twitter (7%). Il motivo principale per cui un candidato viene affossato è la presenza in rete di sue foto in circostanze o pose poco convenienti, oppure perché confessa la passione per l' alcol o le droghe. Poco tollerati sono anche i commenti non lusinghieri su ex datori di lavoro, colleghi o clienti. Nel cestino finiscono poi i curricula di chi dimostra di avere atteggiamenti discriminatori e di quelli che abusano di «faccini» o abbreviazioni sgrammaticate...E che dire di quegli studenti pavesi che hanno dedicato alla loro insegnante il gruppo «Uccidiamo la prof...» corredando il proposito con una serie di foto scattate durante le ore di lezione? La prof non l' ha presa benissimo e per loro è scattata la sospensione.
Fabio Cutri

Pagina 31
(12 settembre 2009) - http://www.corriere.it/
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