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Messaggio  Gilberto Carron Gio Gen 19, 2012 2:08 pm

I liceali all'estero nel 2011 sono cresciuti del 34% Cambiano le mete: giù gli Usa, ora si va in Asia

milano

Ciao mamma, vado a scuola: ma dall' altra parte del mondo!». Ecco il nuovo sogno degli studenti italiani: fare le valigie e andare a frequentare un periodo dai tre ai 12 mesi all’estero, ospiti di un’altra famiglia e di una nuova cultura. Nel 2011 sono stati 4700 i ragazzi tra i 16 e 17 anni che hanno scelto di fare quest’esperienza, il 34 per cento in più rispetto ai due anni precedenti.

«Quello che spinge a partire è sempre il desiderio di migliorare la conoscenza di una lingua straniera e di scoprire altre culture - spiega Roberto Ruffino, segretario generale della Fondazione Intercultura, l’Onlus che in 56 anni di attività ha permesso a circa 25 mila adolescenti di vivere e studiare oltre confine -. La vera motivazione è che a 17 anni i ragazzi sentono la voglia di dimostrare che se la sanno cavare da soli: oggi, molto più di ieri, vogliono respirare l’indipendenza».

E, se fino a poco tempo fa la meta preferita erano gli Stati Uniti, oggi, e proprio a discapito delle destinazioni anglofone, le più gettonate sono quelle asiatiche e del Centro-Sud America: mentre nel 2000 solo l’1 per cento degli studenti partiva per l’Asia, ora sono il 10 per cento. Il 19 per cento invece ha scelto i Paesi del Centro-Sud America, il 12 per cento in più rispetto a dieci anni fa.

«Anche il Giappone è sempre andato alla grande perché fa parte della cultura dei giovani grazie ai cartoni animati giapponesi e ai fumetti manga commenta Ruffino -. Ma tutta l’Asia in generale ora interessa tantissimo, proprio perché di questi Paesi si parla e si sa molto di più: difficilmente i ragazzi scelgono nazioni che non conoscono. Poco importa per esempio che in Lettonia ci sia la scuola più bella e divertente del mondo: in tanti nemmeno sanno dove sia la Lettonia».

La possibilità di scegliere la lunghezza del periodo e di indicare almeno tre possibili destinazioni, l’ospitalità in una famiglia selezionata dall’associazione, la presenza sul territorio di volontari sempre pronti a dare una mano, borse di studio a disposizione per la copertura dei costi e soprattutto la certezza della validità anche al ritorno in Italia dei mesi scolastici frequentati lontano da casa: sono questi alcuni dei pilastri di Intercultura, che proprio in queste settimane sta concludendo le selezioni per il prossimo anno. E, tra le raccomandazioni da mettere nello zaino prima della partenza, ci sono il non avere troppe aspettative, il darsi almeno un’infarinatura della lingua e della cultura che si andranno a incontrare e l’essere sempre aperti a nuove amicizie.

«Poi è essenziale prendere la scuola sul serio - conclude Ruffino - perché è una palestra d’integrazione: dimostrando di condividere i “dolori” delle lezioni si ottiene di poter condividere le “gioie” con i compagni».
federico taddia
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