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Riordino necessario o tagli selvaggi? Luci e ombre della riforma Gelmini

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Riordino necessario o tagli selvaggi? Luci e ombre della riforma Gelmini Empty Riordino necessario o tagli selvaggi? Luci e ombre della riforma Gelmini

Messaggio  Gilberto Carron Mer Giu 16, 2010 12:30 pm

TORINOLE NUOVE SUPERIORI: IL GIUDIZIO
DI UN DOCENTE UNIVERSITARIO

La nuova scuola media superiore è antica e nuova al tempo stesso.
Antica perché ben ancorata alla centralità dell’istruzione liceale e
alla sinergia con il mondo produttivo di istituti tecnici e istituti
professionali e, dunque, in linea con una consolidata tradizione. Ma
anche nuova perché la riforma - forse non «epocale» - si propone di
allineare gli studi secondari all’esigenza di una più diffusa cultura
scientifica, di una migliore conoscenza delle lingue straniere, di una
visione più europea dell' istruzione.

L’obiettivo è quello di invertire la tendenza all’impoverimento
culturale della scuola e di innalzare la qualità degli apprendimenti
degli studenti, finora alquanto deludenti, almeno stando ai dati dei
rapporti Ocse-Pisa del 2003 e del 2006.

Due parole sulla genesi del provvedimento, in vigore nella prima classe
dei vari corsi di studio già a partire dal prossimo settembre.
L’antecedente dei regolamenti approvati giovedì scorso è il lavoro
compiuto dagli esperti del ministro Moratti tra il 2001 e il 2006. Il
progetto iniziale è stato poi modificato in alcuni punti da Fioroni, in
particolare per quanto riguarda l'istruzione tecnica e professionale.
Il ministro Gelmini ha completato il lavoro, senza fortunatamente
avanzare un nuovo progetto, ma proseguendo quanto già fatto e trovando’
positive intese con l’opposizione in clima bipartisan.

Il tempo dirà se si tratta di una buona riforma o meno e molto
dipenderà ovviamente dalla capacità degli insegnanti di saperla
tradurre in modo efficace nelle aule e dalle risorse a disposizione.
Senza insegnanti competenti e motivati e senza risorse la scuola
resterà mediocre. In molti casi mancano ancora le «Indicazioni »
relative ai contenuti (i programmi sono in fase di elaborazione), il
giudizio si basa perciò solo sugli orari e le intenzioni dichiarate dal
ministro.

Uno dei meriti del riordino è certamente quello di riportare un po’
d’ordine nell’istruzione secondaria. Negli ultimi 30 anni per effetto
della moltiplicazione anarchica delle cosiddette «sperimentazioni» si è
arrivati ad annoverare un numero esagerato di corsi di studi (circa
900) con un forte disorientamento tra le famiglie. Positivo appare
anche il potenziamento delle discipline scientifiche e la riduzione
degli orari che allineano l’Italia a quanto accade in molti altri Paesi
europei, senza peraltro rinunciare al giusto spazio per la cultura
umanistica.

Quanto alle criticità - a parte le comprensibili proteste degli
insegnanti delle discipline «sacrificate» dai tagli - bisogna dire che
l’ampio spazio riservato all’iniziativa delle scuole (in alcuni casi
fino a poter modificare al 50% i piani orari ufficiali) potrebbe
comportare il rischio che quanto è stato fatto uscire dalla porta possa
rientrare dalla finestra ovvero il ritorno dei percorsi didattici
decisi localmente. Si registra, poi, in diversi casi un’eccessiva
frammentazione di discipline in controtendenza all’esigenza di
apprendere poche cose, ma bene e a fondo.

In ogni caso meglio questo riordino che l’anarchia preesistente. Adesso
è il momento è aiutare le famiglie e gli studenti a capire per
scegliere a ragion veduta.

Ordinario di Storia della Pedagogia Università di Torino
Giorgio Chiozzo

da mondo scuola










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